
Lucio Miranda, presidente di ExportUsa, società di consulenza specializzata
di Nicholas Masetti
BOLOGNA
"Non ci sarà un aumento dei dazi Usa nei confronti dell’Italia dopo l’insediamento del presidente Donald Trump". Almeno per adesso. A dirlo è Lucio Miranda, presidente di ExportUsa, società di consulenza specializzata nell’offrire a imprenditori e aziende italiane i servizi necessari per avviare un’attività negli Stati Uniti. La realtà ha sede a Rimini, Bruxelles e New York e aiuta le imprese nazionali ad allagarsi per esportare e per vendere in America. Tanti i clienti anche nelle Marche e nell’Emilia-Romagna, tutti alla finestra in attesa dello scenario che si aprirà.
Miranda, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l’ombra dei dazi incombe sulle imprese.
"L’aumento dei dazi per il momento non c’è stato. Secondo noi di ExportUsa, Trump con l’Italia non lo farà – dice –. Non sono uno strumento che permette di riequilibrare il deficit commerciale americano, ma soltanto un’eventuale mossa negoziale verso i vari Paesi. Gli unici sicuri, per ora, sono quelli verso il Canada e il Messico, del 25%. Dovrà infatti essere creata una commissione ad hoc per valutare l’impatto dei dazi, Paese per Paese".
La deregulation che Trump perseguirà invece in ambito normativo può sburocratizzare alcuni commerci?
"L’obiettivo che il presidente Usa si è dato è di eliminare dieci vecchie norme per ogni nuova norma che dovesse entrare in vigore, mentre nella prima amministrazione Trump il rapporto era di due vecchie norme eliminate per ciascuna delle nuove che fosse entrata in vigore. Per certi versi per le piccole e medie imprese è una buona cosa. Lavoro in America dal 1992 e fino a oggi i carichi burocratici e amministrativi sono aumentati in maniera esponenziale. Tagliarli non sarebbe male".
L’Emilia-Romagna è la seconda regione italiana per l’export negli Usa. Nelle Marche, invece, il 9% dell’export è verso gli Stati Uniti. Che cosa cambierà per le migliaia di imprese presenti in queste due regioni?
"Le imprese devono stare tranquille, non ci sarà un aumento dei dazi. Se ci fosse anche un aumento del due, tre o quattro per cento, la domanda non dovrebbe subire contraccolpi, visto anche il vantaggio sul tasso di cambio tra dollaro ed euro. Nelle Marche e in Emilia-Romagna si producono eccellenze industriali, anche con macchinari ad alta tecnologia che sono innovativi, aumentano la produttività".
Quali sono le prossime sfide importanti in campo economico per il rapporto tra Italia e Usa?
"Il primo appuntamento sarà la presentazione del rapporto in tema commerciale tra gli Stati Uniti e i vari Paesi. A quel punto si capirà che aria tira, se ci saranno dazi e quali concessioni e da chi. A seguire ci saranno i risultati delle aste di rifinanziamento del debito pubblico Usa, da qui a giugno e settembre. I risultati saranno cruciali per capire il trend di tassi di interesse e la politica monetaria americana".