REDAZIONE BOLOGNA

"L’idea della pace non può essere usata come un martello fazioso"

Si pagheranno a lungo, nella società, i guasti di Lepore e soci. Anche l’idea di pace, come quella dei diritti,...

Si pagheranno a lungo, nella società, i guasti di Lepore e soci. Anche l’idea di pace, come quella dei diritti, è usata come martello fazioso.

Capisco il disagio della comunità ebraica nel disertare una manifestazione detta per la pace che, invece – vista la esposizione in Comune di una bandiera sola e visti gli interventi –, era una manifestazione di accusa. Mettendo in scena gli stessi presupposti di un conflitto, al di là di vacue parole per prendere sparuti applausi.

Lepore è riuscito anche in una marcia sulla pace a dividere la città. Forse, cinicamente, ha pensato che la comunità islamica pesa di più in termini numerici di quella ebrea, ma sono calcoli cinici e fallaci, e nulla a che fare con la pace.

E, se da un lato stupisce che l’autorità della Chiesa, il cardinale Matteo Zuppi, non abbia fatto in modo che la comunità religiosa ebraica fosse messa in condizione di partecipare, sposando una linea politica più che l’ecumenismo di cui tanto parla Papa Francesco, dall’altra colpisce vedere che si continua a pensare alla pace come a un frutto di qualche sovranità internazionale che direi invece proprio ora dimostrano tutto il loro fallimento, Europa o Onu che siano.

La pace, dicono il Vangelo e san Francesco, è un dono di Dio a chi lo ama, solo da qui nasce il desiderio di affermare la sacralità dell’altro nonostante vada contro i miei interessi.

La pace è un dono spirituale, non un frutto di diplomazie che ne possono essere – con fatica – conseguenza.

Ma se non si lavora sullo spirito delle persone, cosa che dovrebbero fare le comunità, specialmente quelle religiose, ridotte spesso a consessi parapolitici – l’Islam, per sua natura, le altre per scelte dei leader – ogni sforzo diplomatico come si vede è vano.

Più facile fare discorsi vaghi e farsi applaudire. Gridare "viva la mamma" o "viva la pace" è facile. Più fastidio si ha nel fare un passo indietro con i propri interessi e le proprie bandiere.

Ma a Bologna questo non avviene, e mentre si dichiara città di pace, fomenta divisioni.

Davide Rondoni