ALICE PAVAROTTI
Cronaca

Liceo Galvani, professore a 27 anni: “La mia matematica per i ragazzi”

Giacomo Carenini, ex studente del liceo di via Castiglione, è stato assunto come lettore di Mathematics

Sopra, il liceo Galvani: istituto classico per eccellenza sotto le Due Torri, da tempo ha molti percorsi di studi orientati verso le materie scientifiche e linguistiche. A fianco, Giacomo Joyce Carenini, 27 anni, ex studente del Galvani medesimo

Sopra, il liceo Galvani: istituto classico per eccellenza sotto le Due Torri, da tempo ha molti percorsi di studi orientati verso le materie scientifiche e linguistiche. Nel quadrato, Giacomo Joyce Carenini, 27 anni, ex studente del Galvani medesimo

Bologna, 29 settembre 2024 – Gli ultimi gradini scesi dopo l’esame di maturità rappresentano, per tutti gli studenti, l’addio ufficiale al proprio istituto superiore. Forse però, non è sempre così: Giacomo Joyce Carenini ha ricominciato a percorrere le scale del suo Liceo Galvani appena nove anni dopo, in qualità di docente, diventando così il più giovane insegnante della storia dell’istituto a 27 anni. Lettore di matematica nella sezione liceo classico, il suo obiettivo è quello di riuscire ad insegnare ai suoi studenti qualcosa in più che la semplice materia.

Giacomo, quando hai iniziato a capire che fare il professore sarebbe stata la tua strada?

“La mia storia familiare aiuta, perché anche mia mamma è insegnante al Galvani, è stata sicuramente la mia ispirazione. Poi spiegare i concetti agli altri è sempre stato il mio forte, ho fatto per anni ripetizioni, e fin da quando avevo otto anni facevo delle presentazioni Power Point per divertirmi”.

Qual è il tuo ruolo?

“Matematica al Galvani è suddivisa in due parti: una in italiano, in cui la professoressa segue il programma ministeriale, e una in inglese dove io preparo gli studenti agli esami Igcse dati da Cambridge, che la nostra scuola prevede, e che io, da studente, ho trovato utilissimi per il mondo del lavoro. Sono dunque assunto di ruolo come lettore di mathematics, non ho dovuto accedere tramite le graduatorie statali, ma mi è stata richiesta una laurea scientifica e la certificazione di madrelingua inglese, oltre che esperienza nel settore”.

Avevi già insegnato?

“ Sì, l’anno scorso sono stato docente di biologia e chimica in una scuola privata”.

Avere così pochi anni di differenza rispetto ai tuoi studenti ti spaventa?

“Al contrario, mi vedono più disponibile al confronto, e per questo mi rispettano. Faccio un esempio: appena sono entrato in classe hanno messo tutti spontaneamente i telefoni sul banco, io gli ho detto che non era necessario, mi bastava che non li usassero. Ed effettivamente così è stato, hanno apprezzato la libertà di scelta che gli ho dato. È più difficile fare breccia sui genitori invece”.

Cosa ti piacerebbe trasmettere ai ragazzi?

“Che noi non siamo uguali ma siamo equi, abbiamo gli stessi diritti. Li rispetto e vedo che questo li porta, di riflesso, a comportarsi meglio anche tra di loro. Penso che la cosa più bella dell’insegnamento sia poter trasmettere positività”.

Che consiglio daresti ai tuoi coetanei che vogliono intraprendere lo stesso percorso?

“Di informarsi su tutti i metodi tramite cui si può insegnare, perché c’è un mondo dietro le graduatorie statali che spesso la gente non conosce, e questo tiene lontani molti talenti”.

Come vedi il futuro dell’educazione?

“Mi sembra che la nostra generazione di insegnanti sia più focalizzata sul rispetto umano che su quello delle regole, c’è più empatia verso i ragazzi”.