Un incidente probatorio per cristallizzare la testimonianza della sua dipendente, aiuto cuoca al sushi bar Crudo di via San Mamolo, che nel 2022 e ancora nel 2023 denunciò Omar Mohamed, l’imprenditore calabrese di 39 anni arrestato un mese fa dalla Guardia di Finanza nell’ambito della maxi inchiesta per riciclaggio, usura, estorsioni, sfruttamento della prostituzione e altri reati, spesso aggravati dal metodo mafioso. Con lui sono indagate altre 15 persone; milioni di euro di beni sono finiti sotto sequestro, tra cui le auto di extra lusso di Mohamed e diversi locali, compreso appunto Crudo.
Tornando alla dipendente, ventinovenne, la ragazza denunciò il suo datore di lavoro per esercizio arbitrario delle proprie ragioni, violazione di domicilio e violenza privata, per averla ’sfrattata’ dalla casa in cui la giovane viveva in affitto entrandovi di nascosto mentre lei non c’era e sostituendone la serratura, per impedirle di recuperare le sue cose e costringendola a dormire in albergo; e poi ancora per atti persecutori, poiché per oltre un anno le inviò continui messaggi e telefonate d’insulti minacciandola di licenziarla e insultandola; violazione della riservatezza (si informò sui suoi accessi al pronto soccorso, un giorno che lei si assentò dal lavoro per malattia); e appropriazione indebita, poiché quando la donna diede le dimissioni da Crudo lui rifiutò di consegnarle il set di coltelli da cucina professionali che lei si era comprata.
Il pm Flavio Lazzarini ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Domenico Truppa di ammettere l’incidente probatorio della giovane per cristallizzare le sue testimonianze – quelle rese nelle denunce e nelle sommarie informazioni alla Finanza – dopo che l’avvocato della donna ha evidenziato il pericolo che lei subisse violenze, minacce o intimidazioni da parte di persone vicine a Omar, mirate a costringerla a modificare in favore dell’indagato le proprie dichiarazioni.
Per il momento, Mohamed, assistito dagli avvocati Matteo Murgo e Fausto Bruzzese, resta in carcere; non ha fatto ricorso al Riesame contro la misura. L’ha invece fatto, ma se l’è visto rigettare, l’altro indagato arrestato con lui, il cinquantenne Massimo Nicotera, con precedenti per associazione mafiosa e ritenuto vicino al clan camorristico ‘Venerus Rea’.
Federica Orlandi