di Rosalba Carbutti
Il mezzogiorno di fuoco di Matteo Lepore è a pranzo, nell’ultima casa bolognese in via Rigosa, a 150 metri dal confine di Zola Predosa, davanti a un piatto di lasagne e una scaloppina al limone. A casa della signora Mirella Santi con la famiglia Simoncini, il candato sindaco di centrosinistra ha lanciato ieri la sua campagna elettorale. "Chi vuole può scrivermi, per incontrarmi per un caffè o un pranzo. E parlare dei problemi della città. Ogni abitante di Bologna deve sapere che con me sindaco non ci saranno zone dimenticate", dice brindando con un frizzatino bianco. E in un’amosfera distesa, accanto al consigliere Nicola De Filippo, in questa specie di avamposto ’di confine’, chiude la questione dei ribelli dem esclusi dalla lista Pd, rispondendo all’assessore Alberto Aitini che lo ha accusato di "aver messo un veto su di lui".
"C’è un Pd che ha fatto le sue scelte ed è stato coraggioso, visto che ha composto una lista che ha puntato sul rinnovamento, aprendo alla società civile. Il momento in cui si discute di candidature è finalmente finito: ora dobbiamo parlare di Bologna. Del resto, sono state fatte proposte ai consiglieri uscenti che hanno votato la Conti, ma non hanno ritenuto di accettare". Morale: "La composizione della lista è chiusa". Nel pomeriggio, dal Pd bolognese arriva l’elenco completo dei nomi in lista con i candidati della società civile che prendono il posto di chi votò la Conti, cioè Giulia Di Girolamo (che ieri ha fatto un post su Facebook annunciando di non correre dopo "un’esclusione basata su logiche che poco hanno a che fare con il bene di Bologna") e Vinicio Zanetti. Le new entry sono la studentessa Giada Simoncini, 19 anni, giocatrice di Basket di serie C (figlia, tra l’altro, dei signori a tavola con Lepore ieri in via Rigosa) e Gabriele Ventura, funzionario del Comune, esperto di formazione e scuola.
Insomma: giochi chiusi. Ma due ore dopo, quando il pranzo di Lepore è ormai terminato, dal Nazareno filtra che Enrico Letta non ha perso le speranze di ricomporre la frattura. "Letta ha lavorato e continua a lavorare per abbassare i toni e trovare una ricomposizione per le tensioni di questi giorni a partire dal fatto che la lista ha ancora spazi...". Del resto, quello che si fa notare in ambienti romani, è che la lista è sì chiusa. Ma non definitivamente, visto che c’è tempo fino al 3 settembre e il segretario nazionale dem mercoledì sarà alla Festa dell’Unità.
Nell’attesa di capire come e se la "ricomposizione" ci sarà, Lepore ricorda la ratio della scelta dem: "Ora la mia linea politica è chiara, come sono chiare le maggioranze che ci saranno un domani se i cittadini ci premieranno. Il Pd ha una lista di grandissima qualità". Tradotto: non possiamo permetterci – con la coalizione più larga che c’è – nomi ’ostili’ in consiglio. Prima di assaggiare la zuppa inglese, Lepore si lascia andare anche a due parole su Aitini, sebbene non lo citi: "Ha detto che mi voterà, lo ringrazio". E insiste: "Con Enrico Letta c’è stato un dialogo costante. Col partito nazionale c’è un rapporto ottimo". Oggi la presentazione della sua lista civica all’Opificio Golinelli.