MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Lepore manda gratis gli autospurghi: "Poi lo Stato però copra le spese"

"Liberare subito le case dal fango. A gestire l’emergenza tante persone come per la strage della Stazione"

Gli autospurghi in azione, in questi giorni di grande emergenza dopo la tremenda alluvione della notte tra sabato e domenica scorsi. Il Comune li fornirà gratis a chi ne ha bisogno

Gli autospurghi in azione, in questi giorni di grande emergenza dopo la tremenda alluvione della notte tra sabato e domenica scorsi. Il Comune li fornirà gratis a chi ne ha bisogno

Bologna, 24 ottobre 2024 – "Questo è l’episodio che ci vede con più persone impegnate per gestire un’emergenza, dopo la strage della stazione del 1980”. L’indice di gravità della portata dell’evento alluvione di sabato scorso è racchiuso nelle parole del sindaco Matteo Lepore, che nel Centro Operativo Comunale (Coc) allestito nella sede della Polizia Locale tende la mano a chi ora è senza casa e ha perduto anche garage e cantine. E per questo il Comune manderà gli autospurghi nelle case private travolte dall’ira del dissesto. "Dobbiamo evitare che il fango si secchi nelle abitazioni private e che le pulizie delle abitazioni rimangano sulle spalle dei cittadini – motiva Lepore –. Con la collaborazione di Hera e di altre imprese private, il Comune si farà carico di quello che serve. Li manderemo nelle case a partire da quelle maggiormente colpite". Sarà dunque il Comune ad anticipare i fondi per gli interventi di pulizia di garage e cantine, in attesa della "dichiarazione dello Stato di emergenza che deve arrivare il prima possibile – scandisce poi il sindaco – e che contenga le norme che abbiamo visto nelle precedenti alluvioni delle altre città: i decreti hanno coperto questa parte e confido che anche per Bologna ci sarà lo stesso trattamento".

Parla Lepore:" Abbiamo visto tanti ragazzi impegnati, ma noi dobbiamo fare lavorare persone che sappiano dove mettere le mani e quali sono i rischi"
Parla Lepore:" Abbiamo visto tanti ragazzi impegnati, ma noi dobbiamo fare lavorare persone che sappiano dove mettere le mani e quali sono i rischi"

"Intanto è possibile fare delle donazioni – aggiunge Lepore –. Abbiamo bisogno di donazioni, perché ancora non è stata fatta la dichiarazione dello Stato di emergenza e per tutta la Città metropolitana, per tutti i Comuni e per la popolazione colpita". A tendere la mano a chi ha perso tutto, risorse economiche escluse, ci ha pensato la cittadinanza che si è riversata sulle strade ad aiutare chi è in difficoltà. "Abbiamo visto tanti ragazzi impegnati, ma noi dobbiamo fare lavorare persone che sappiano dove mettere le mani e quali sono i rischi ad esempio di lavorare in un sottoscale – commenta il sindaco –. Abbiamo ricevuto 560 adesioni di volontari, che si occuperanno della pulizia e saranno mandati solo nei luoghi dove è possibile farlo, di fatto andranno a spalare il fango, immagino nei cortili e nelle case. I volontari devono essere maggiorenni". Operativamente, "ci sono mille persone sui 1.400 cantieri di soccorso, emergenza e pulizia di Bologna – continua il primo cittadino –. Mille persone coordinate dal Coc, tra queste c’è il dipartimento di Protezione civile nazionale, con tutte le sue diramazioni regionali, i dipendenti del Comune, che gestiscono le telefonate, il personale di Hera e tutte le imprese coinvolte nelle operazioni di recupero e polizia. Poi i vigili del fuoco e la Polizia Locale". E adesso ci si sta occupando di "ultimare la pulizia delle pertinenze private". Nell’ordinanza firmata dal sindaco, anche la costituzione di un gruppo di lavoro per valutare lo stato del patrimonio pubblico e privato dopo lo straripamento di torrenti e canali che corrono a ridosso e sotto gli edifici. Una ricognizione che riguarderà in primis i corsi di Aposa e Ravone e che in realtà è già cominciata: "Ci sono già diverse case e luoghi che sono state chiuse perchè dichiarati inagibili".

Ma è fondamentale ricordare che "l’alluvione non ha coinvolto solo un torrente, ma ha riguardato tutta la città – precisa Lepore –: i 12 fra torrenti e rii che provengono dai colli sono scesi a valle con una portata d’acqua che è il doppio dell’alluvione dell’anno scorso. Significa che tutto il sistema idrico, dei colli, è sceso a valle e non è stato possibile contenerlo". Ora è il tempo di ripartire, ma "è giusto che ci siano tutti gli approfondimenti rispetto alle responsabilità – conclude il sindaco, accompagnato dalla vicesindaca Clancy, l’assessore Bugani e il capo di Gabinetto Madrid –, sono il primo a voler capire cosa è successo, ma ora tutte le istituzioni si devono attivare per un nuovo piano di gestione delle acque".