CLAUDIO CUMANI
Cronaca

"Leopardi vi sorprenderà ancora"

Marco Antonio Bazzocchi oggi al Mast con ’Spalancare gli occhi sul mondo’: "Un pensatore trasversale"

"Leopardi vi sorprenderà ancora"

Non voleva scrivere un saggio tradizionale. E così, per coinvolgere un pubblico non solo studentesco capace di ripensare Giacomo Leopardi in un’ottica diversa, Marco Antonio Bazzocchi ha usato nel suo nuovo libro lo stratagemma di proporre dieci lezioni sullo scrittore. Dieci modi per intrecciare il poeta con la nostra epoca sempre più inquieta e per ritrovare Leopardi scrittore dell’immaginario, della creatività e del desiderio. "La forma della lezione – spiega il professore – consente di essere più diretti e di esprimere dubbi". ‘Spalancare gli occhi sul mondo’ (Il Mulino) è dunque il titolo dell’opera di Bazzocchi, docente di letteratura italiana moderna e contemporanea nella nostra università, che viene presentata oggi alle 18,30 al Mast sotto forma di reading: l’autore e l’attrice Marinella Manicardi si alterneranno nella lettura di alcune pagine in grado di farci ritrovare la meraviglia.

Professore, pochi poeti sono stati sommersi da luoghi comuni come Leopardi. Cosa c’è ancora di nuovo da scoprire?

"Credo che un’espressione come ‘pessimismo’ non aiuti a comprendere questo autore e non vada usata. È uno scrittore che, con la forza dell’immaginazione e dell’emozione, ci porta a vedere oltre quello che normalmente vediamo. Nel nostro mondo legato al contingente e quindi segnato dall’economia e dal consumismo si possono risolvere i problemi attraverso le visioni. La forza del pensiero apre altre prospettive".

Una delle sue caratteristiche resta però la sensibilità verso la condizione giovanile?

"Certo, non a caso nell’Ottocento erano soprattutto le ragazze di buona famiglia a leggere Leopardi. C’è da dire che in quell’epoca pochi lo conoscevano e che la cultura ufficiale privilegiava Alessandro Manzoni perché più vicino al pensiero ecclesiastico. È stato nel Novecento che alcuni intellettuali come Calvino lo hanno rivalutato come pensatore oltre che come poeta".

Chiude il suo libro con un inconsueto ‘dizionario dei termini importanti in Leopardi’ che contiene parole insospettate come ‘comico’, ‘ecologia’, ‘progresso’...

"Nel libro prendo in esame testi fondamentali come ‘A Silvia’ o ‘L’infinito’ ma anche lezioni trasversali. Nel vocabolario finale voglio offrire una sintesi dei temi trattati che in passato sono stati spesso censurati. Parlo di comico perché Leopardi sosteneva che ridere è l’unico modo per resistere al presente e per uscirne. Non era certo un ecologista come noi lo intendiamo ma un pensatore visionario sul futuro sì: la ‘Ginestra’ che resiste nonostante nasca sulla lava del Vesuvio dimostra la necessità di un equilibrio nella natura. Il progresso, invece, lo intendeva come falso mito, convinto com’era che economia e sociologia non potessero dominare l’uomo".

C’è ancora molto da indagare su questo poeta?

"È tutto da capire e da studiare. Un esempio: quando ‘Zibaldone’ è stato tradotto in inglese, i critici americani si sono stupiti che il patrimonio di un simile intellettuale non fosse stato ancora diffuso. L’Italia non ha solo Croce e Gramsci da esportare". D’Avenia ha scritto una lettera a Leopardi. Si può trasformare il rapporto con un maestro a una dimensione confidenziale?

"Uno scrittore lo può fare, io come docente lo vedo vicino a noi ma mantengo una distanza che è una forma di rispetto. Del resto, la distanza non è un elemento negativo. Dante è molto distante da noi ma, grazie a lui, abbiamo conosciuto mondi inaspettati".