L’Emilia-Romagna ‘disobbedisce’ agli accorpamenti tra scuole imposti dalla riforma del dimensionamento scolastico voluta dal governo. Infatti, la Regione guidata da Michele de Pascale "non procederà agli accorpamenti previsti dalla riforma", fa sapere con una nota, perché "basati su conteggi da parte del ministero dell’Istruzione che non corrispondono ai numeri reali di studentesse e di studenti attualmente frequentanti gli istituti emiliano-romagnoli".
Preso atto della discordanza tra previsioni ministeriali e dati effettivi, dunque la giunta nella seduta di ieri ha deciso "in via cautelativa", su proposta dell’assessora alla Scuola, Isabella Conti, di sospendere "qualsiasi accorpamento delle autonomie scolastiche". Nella seduta di lunedì prossimo, saranno formalizzate le motivazioni. La riduzione delle autonomie scolastiche voluta dal governo, affermano de Pascale e Conti, "è una misura di spending review per ridurre il numero di dirigenti scolastici e di personale Ata che si basa su una previsione di una progressiva riduzione del numero degli studenti. Ma i recentissimi dati delle iscrizioni degli studenti che hanno iniziato l’anno scolastico a settembre ci dicono già che le previsioni del governo sono errate: quest’anno, in regione abbiamo 531.037 studenti, quasi 10.000 in più della previsione ministeriale che, al contrario, aveva previsto 10.000 studenti in meno e su questa previsione basava i tagli alla scuola".