ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

L’Emilia e la Trump economy: "Ue immobile, così implodiamo"

Il presidente di Confindustria Caiumi: "Troppi paletti, non c’è strategia. Ci facciamo male da soli"

"L’Europa è ferma. Non ha strategia, se agirà lo farà solo come reazione allo schiaffo degli Stati Uniti". Lo scenario 2025 è in bianco e nero per Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia (l’associazione di imprese di Bologna, Modena e Ferrara), a causa della timidezza del Vecchio Continente costretto a fare i conti con lo spauracchio dei dazi di Trump. In questo contesto, le prospettive su Pil e investimenti sia per l’Italia sia per l’Emilia non sono ottimistiche.

Presidente Caiumi, tutta colpa della Ue? "Al di là di alcuni segnali positivi, penso al Bau di Monaco, la grande fiera dell’edilizia a cui ho partecipato, dove ho percepito una certa energia, da imprenditore percepisco l’immobilismo europeo. Non condivido lo stile delle azioni di Trump, ma alla Ue manca il coraggio. In Emilia abbiamo aziende top brand, capaci di relazionarsi col mondo. Ma senza una visione Ue strategica, anche nella nostra locomotiva le esportazioni fanno presto a ridursi. Lo spiego con un gioco di parole: non facciamo altro che regolamentare il regolamento che ci regolamenta nel futuro...".

Si riferisce alle norme Ue sul packaging e alla transizione automotive sull’elettrico? "Sì. Si sta perdendo tempo in battaglie interne. Da quella sul riuso e il riciclo che fa ridere gli altri Paesi, a quella sullo stop al motore endotermico dal 2035. Uno stop di cui abbiamo chiesto la proroga, senza successo. E in più alle imprese è stata tolta la deducibilità sulle auto con motore endotermico acquistate. Tra tutte queste regole serve un po’ di respiro".

Quali sono i rischi per le nostre imprese? "Lavoriamo allo stremo per idee e brevetti per rispettare tali regole, ma poi al di fuori della Ue questo impegno non serve. Risultato: gli altri continenti adottano politiche espansive, noi implodiamo".

Un tema ’caldo’ è quello del payback sanitario che prevede che le aziende restituiscano parte del fatturato... "Ha ricadute pesantissime, pensiamo solo al settore biomedicale di Mirandola... Le imprese come fanno a investire con questa spada di Damocle? Tra l’altro il payback riguarda solo gli anni dal 2015 al 2018... un disastro".

Guardando al Pil del nostro territorio, che cosa prevede? "Il nostro territorio è eccezionale: ha venti filiere. Vedo in tenuta packaging, farmaceutico, medicale e alimentare. In flessione tessile, ceramico, movimento terra, meccatronico e automotive con la componentistica".

La flessione come si traduce? "Nel nostro territorio 250 imprese hanno cominciato ad attivare la cassa integrazione. Parliamo di 30mila dipendenti. E se aumenta la ’cassa’, per forza cala anche il Pil".

A proposito di infrastrutture: che cosa ne pensa del Passante autostradale di Bologna fermo al palo? "Dispiace che gli impegni non vengano rispettati. Ok a qualche ritardo, ma qui non c’è più alcuna certezza".

Passiamo all’aeroporto di Bologna. Lei ha sostenuto che non fosse all’altezza. Crede che il rafforzamento dei soci pubblici e gli investimenti in corso porteranno risultati? "Le critiche sono costruttive. Ora quello che conta è che il governatore Michele de Pascale si prenda cura dell’aeroporto di Bologna, visto che negli anni scorsi il tema dello scalo del capoluogo è stato trascurato".

Auspica anche lei un sistema aeroportuale regionale? "No. Serve un grande progetto di espansione su Bologna: il Marconi deve mantenere la sua centralità, mentre gli altri scali satelliti potranno avere funzioni secondarie. Non abbiamo bisogno della ’par condicio’ degli aeroporti: Bologna sia il fulcro. Poi si possono coinvolgere gli altri aeroporti per il trasporto merci o qualche volo low cost".

Tra i costruttori di Ance Emilia il presidente Fornaciari è finito nel mirino per il progetto della torre del Tecnopolo di Bologna. Come giudica questa vicenda? "Ci sono veleni interni ad Ance, ma credo siano mal riposti. Del progetto della torre se n’è parlato un paio di volte nel Consiglio di presidenza. Ma non abbiamo neanche espresso un parere".

Si, se sapientemente utilizzata in tutti i suoi vari settori di applicazione. L'Europa fino ad ora ha saputo solo auto imporsi regole stringenti, lasciando a USA e Cina il primato negli studi e applic