AMALIA APICELLA
Cronaca

Lella Costa: "Racconto l’amore che non ha età"

L’attrice con Elia Schilton da domani al Duse con ’Le nostre anime di notte’, tratto da Haruf.

Lella Costa:  "Racconto l’amore  che non ha età"

Lella Costa: "Racconto l’amore che non ha età"

di Amalia Apicella

"Che ne dici se qualche volta vieni a casa mia e passiamo la notte insieme?", chiede Addie. "Posso pensarci su?", replica Louis. Inizia così ‘Le nostre anime di notte’, il romanzo di Kent Huruf pubblicato nel 2015, un anno dopo la morte dell’autore e arrivato in Italia con NN Editore. La scintilla teatrale è nata dall’editrice Eugenia Rubini e dall’attrice Lella Costa, che nella pièce, diretta da Serena Sinigaglia, interpreta Addie. Con lei, sul palco del Teatro Duse da domani a domenica, nei panni di Louis, ci sarà Elia Schilton. I due protagonisti sono vedovi ultra-settantenni. Addie, dopo la scomparsa del marito, ha delle difficoltà ad addormentarsi da sola. Quando invita Louis, non si tratta di una proposta erotica, ma del desiderio di condividere con qualcuno quell’intimità notturna fatta soprattutto di chiacchierate nel buio prima di addormentarsi.

Signora Costa, cosa l’ha colpita del testo di Haruf tanto da chiederne i diritti?

"Haruf mi ha sempre commosso nelle fibre. Provo ammirazione nei confronti di quest’uomo per il suo uso quasi minimale delle parole, che però riesce a descrivere precisamente ogni sentimento, facendoti vedere dei quadri viventi. Catherine Haruf, l’ultima moglie, con molta ironia e tenerezza, ci ha detto che Kent ha scritto questo libro quando era già malato e consapevole. E probabilmente è stato il suo modo per impedirle di avere un’altra storia... (sorride, ndr)".

Come avete adattato il testo di Haruf al palcoscenico?

"Serena Sinigaglia si è innamorata di questo libro quanto me. Ha voluto che l’adattamento fosse di Emanuele Aldrovandi, che ha rispettato moltissimo le scelte di scrittura e di regia. E lo spettacolo è fatto proprio di equilibrio e alchimia".

Con Schilton come siete entrati in sintonia?

"È stato, oltre che il compagno di scena, l’interprete perfetto di questo ruolo. Riesce a diventare Louis in modo tenerissimo, ma anche divertente e leggero. Credo davvero (e il pubblico ce lo conferma tutte le sere) che funzioniamo molto bene insieme".

Haruf è stato profetico, considerato quello che abbiamo vissuto durante la pandemia…

"Esattamente. Quello che ti danno le relazioni, non te lo dà nient’altro al mondo. I due protagonisti sono in una fase della vita già avanzata, però l’incantamento, la passione, la curiosità, la possibilità di avere un nuovo incontro d’amore è uguale a tutte le età. Io dico sempre che è come ‘Giulietta e Romeo’ al contrario, perché a opporsi in questo caso sono i figli, anziché i genitori, ma la storia è la stessa. Forse chi ha qualche anno in più ci si identifica meglio. Mi è capitato, però, che ragazzi giovanissimi siano venuti a teatro e siano rimasti meravigliati dalla grandiosità della storia d’amore".

Siamo pronti a concedere un sogno romantico a chi vive la terza età?

"La società può trarre solo dei benefici dal fatto che delle persone un po’ avanti con gli anni decidano di cavarsela autonomamente. La verità è che esistono l’ipocrisia e la doppia morale".