REDAZIONE BOLOGNA

Leggende del rock e pop in mostra L’occhio è quello di Mark Allan

Al Museo della musica la prima personale italiana del fotografo inglese: 48 scatti ad artisti entrati nel mito

Leggende del rock e pop in mostra L’occhio è quello di Mark Allan

It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Non è solo rock’n’roll, perché ognuna di quelle 48 foto è una pagina di storia, e non solo musicale. A scriverla – attraverso le star più iconiche e amate – l’occhio di Mark Allan, decano della fotografia musicale e fotografo ufficiale del Barbican Centre di Londra che per la prima volta in Italia ha una sua personale, curata dal giornalista e critico Pierfrancesco Pacoda. La mostra (a ingresso gratuito) – da oggi al 10 settembre al Museo internazionale e biblioteca della Musica – inaugura anche una nuova stagione negli spazi di Palazzo Sanguinetti. Come annunciato dalla direttrice del settore Musei civici Eva Degl’Innocenti e dalla direttrice del Museo di Strada Maggiore Jenny Servino, infatti, questa mostra sarà la prima di una serie: l’idea è di realizzarne una tutti gli anni e, a cadenza biennale, una sarà dedicata alla fotografia musicale. Anche grazie ai nuovi locali recuperati e dedicati d’ora in poi alle esposizioni: oltre alle due svelate ieri, è in restauro una terza sala affrescata che sarà anche adibita a laboratori per ragazzi di età 0-6 anni. Infine, la presentazione di ieri ha sancito anche la nuova collaborazione con l’Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia (che ha contribuito alla realizzazione della mostra, che ha visto il supporto immediato e convinto del Gruppo Hera e la collaborazione di Otto Gallery). Non solo: a livello più ampio, è iniziata anche una progettazione condivisa fra Bologna e Taranto, città in cui la prossima settimana inizierà una mini-mostra satellite con altre sei foto di Allan.

Occhi puntati su di lui, dunque, che si presenta, con l’inseparabile macchina fotografica, raccontando generosamente questi scatti realizzati in oltre trent’anni di carriera. Carriera per altro ricchissima: non solo come uno dei rari fotografi che spaziano dagli interpreti di musica classica al pop rock, ma anche la collaborazione con la Bbc e programmi di culto come Top of the Pops. E allora eccolo lì, sotto gli occhi, "il gotha della musica pop internazionale", illustra Pacoda, che nell’allestimento (i primi sono degli anni ’80) ha seguito associazioni e suggestioni. Ci si trova con Madonna, una giovanissima Britney Spears acqua e sapone. E poi Amy Whinehouse "che arrivò arrabbiatissima dopo 4 ore – spiega Allan– poi dopo i primi scatti cambiò atteggiamento". E poi una curiosa ‘royal family’, composta da Lady Gaga, il principe Harry, Elton John. Gli artisti sono colti da un punto di vista inusuale e in momenti privati. "Non mi interessa un cantante dietro un microfono– racconta Allan –, ma che l’artista parli da sé". E allora le foto raccontano. Come quella ai tre Rolling Stones rimasti, che evidenzia la perdita di Charlie Watts – o quel Freddy Mercury da brividi cristallizzato dal parterre, con dietro la scritta (è l’unica esistente) Live Aid. Nel caso di David Bowie, in uno scatto da Roskilde, fu proprio lui a chiedere a Mark di raggiungerlo per alcune foto. "Vidi che c’era della sabbia– ricorda lui– e gli misi un secchiello in mano. A Bowie potevi chiedere tutto, tranne che di togliere la sigaretta". E ancora così ci guarda, mentre sorprende la foto dei Kiss, con tanto di plettro sulla lingua. (Info: domani alle 10.30 si terrà un workshop con Allan, su prenotazione).

Letizia Gamberini