
Marco Cappato, ieri a Bologna: «All’Emilia-Romagna serve la legge sul fine-vita»
L’Associazione Luca Coscioni va in pressing su Michele de Pascale. Obiettivo: far sì che l’Emilia-Romagna calendarizzi la legge sul fine vita entro l’estate, seguendo quanto fatto in Toscana. L’appello arriva da Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, che ieri, dall’hotel Carlton di Bologna, ha chiesto "a consiglieri e consigliere di assumersi la responsabilità di una decisione". Insomma, la determina regionale che disciplina il suicidio assistito licenziata quando ancora era governatore Stefano Bonaccini, non basta. Una decisione, quella del provvedimento regionale, che prevede un iter di 42 giorni per portare a termine il suicidio assistito, che venne presa per evitare scontri politici in Aula, viste le divisioni anche interne al Pd. Ma se Cappato spinge sul modello toscano (la prima regione che si è dotata di una legge sul fine vita), il governatore emiliano-romagnolo, ieri ospite al Salotto di Patrizia Finucci Gallo all’hotel ’Il Guercino’ a Bologna, frena.
"Io ho un approccio laico, visto che non ho il dono della fede. Non si possono blandire temi come questi come clave politiche e credo sia impensabile non regolamentare il fine vita. La questione è estremamente delicata e in un Paese civile serve una legge nazionale", dice il governatore. E sulle tempistiche della legge regionale, che da Statuto di viale Aldo Moro va calendarizzata entro l’anno, sceglie la cautela: "Prima di imboccare una strada occorre attendere le pronunce del Tar sulla delibera dell’Emilia-Romagna e un eventuale ricorso della Corte Costituzionale sulla legge della Regione Toscana". Morale: da de Pascale nessuno sprint. E la legge sul fine vita sembra un po’ un’extrema ratio: "Se il provvedimento della Regione sarà dichiarato fuori legge del Tar, a quel punto faremo una legge per non costringere i cittadini, individualmente, a ricorrere alla giustizia per ottenere il suicidio assistito", spiega, precisando che entro fine 2025 il provvedimento dovrà comunque sbarcare in Aula.
Il presidente emiliano-romagnolo alla fine non perde le speranze su un passo avanti da "Roma: "Io sono contro l’autonomia differenziata e non ritengo giusto avere 20 leggi diverse sul fine vita. Se avessimo una dignità come Paese, avremmo una legge nazionale". E per arrivare a questo risultato "ci batteremo nella Conferenza delle Regioni. Preferisco una legge nazionale più lontana dalle mie posizioni – ha concluso – che 20 norme regionali diverse sul fine vita". In Emilia-Romagna – come anticipato dal ’Carlino’ – le domande di suicidio assistito sono state tre, ma solo una arrivata a compimento. Resta contraria la consigliera regionale di Forza italia, Valentina Castaldini: "Non si capisce la fretta di Cappato. Forse teme che il governo impugni la legge toscana?".