CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Le parole di Amato in aula: "Completamente estraneo ai fatti. Da otto mesi sono privato di tutto"

Il medico ha rilasciato spontanee dichiarazioni durante l’udienza preliminare a porte chiuse. Molto provato, per camminare si è aiutato con una stampella. Ad attenderlo alcuni parenti e amici.

L'arrivo di Amato in tribunale. L'ex medico della Virtus si è sempre dichiarato innocente

Bologna, 12 dicemrbe 2023 – Ha mandato un bacio veloce a famigliari e amici che lo stavano aspettando fuori dall’aula. Sul volto, un sorriso appena accennato. Giampaolo Amato, visibilmente smunto e provato, si è presentato in tribunale sorretto da una stampella mentre veniva scortato dagli agenti della polizia penitenziaria per l’inizio dell’udienza preliminare a suo carico.

Il sessantaquattrenne ex medico della Virtus, difeso dagli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, ha rilasciato spontanee dichiarazioni davanti al giudice: "Sono innocente". Ha cioè ribadito la sua estraneità ai fatti – così come aveva fatto nei quattro interrogatori precedenti, l’ultimo lo scorso 3 novembre dopo l’emissione della seconda ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti – rispetto ai due delitti che gli vengono attribuiti e dicendo che da otto mesi (Amato è in carcere dallo scorso 8 aprile) si trova "privato di tutto". L’oculista, accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata e la suocera Giulia Tateo, ha inoltre chiesto che venga attenuata la misura cautelare a suo carico. Decisione sulla quale, però, la giudice si è riservata.

"Ci vediamo a marzo in Corte d’Assise – così i legali della difesa – e lì ci difenderemo nel modo più totale. Quella è la sede in cui si può discutere di questo processo, che è veramente un processo indiziario". Nessuna anticipazione sulla tesi difensiva: "Non abbiamo mai detto cosa sosteniamo – continuano – e non lo diremo oggi (ieri, ndr), lo scoprirete a marzo". Un rapido commento è arrivato poi sulle condizioni del loro assistito: "È molto provato, ma è innocente".

Nell’udienza di ieri mattina, iniziata con quasi un’ora di ritardo a causa del rifiuto degli agenti della polizia penitenziaria di far passare il detenuto davanti ai cronisti, si sono costituiti parte civile la sorella di Isabella Linsalata e il fratello di Giulia Tateo, rispettivamente assistiti dai legali Maurizio Merlini e Francesca Stortoni. Non si sono costituiti contro il padre, invece, i due figli.

"Il rinvio a giudizio – le parole di Merlini – con cui si è conclusa l’udienza preliminare parla da solo. Nel processo che inizierà a marzo in Corte d’Assise verrà stabilito se l’imputato è innocente, come si è sempre proclamato, oppure no".

Amici e parenti del sessantaquattrenne hanno aspettato nei corridoi del tribunale per tutta la durata dell’udienza, che si è svolta a porte chiuse per circa due ore, lasciandosi andare in alcuni casi a lacrime di commozione. L’oculista, appena uscito dall’aula, ha poi abbracciato velocemente i presenti. Un incontro di pochi secondi, prima di percorrere nuovamente il corridoio e avvicinarsi all’uscita, dove ad attenderlo c’era il furgone della penitenziaria che di lì a poco lo avrebbe riportato in carcere.