"Serve accelerare sulle opere, altrimenti quelle finanziate dal Pnrr rischiano di saltare". Il presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e Fabrizio Curcio, neo commissario alla ricostruzione, sottolineano l’esigenza di mettersi al lavoro mentre "le alluvioni continueranno". Un’Assemblea legislativa concitata, ieri mattina, mentre mano a mano dall’Arpae arrivavano bollettini, allerte rosse e segnalazioni sulla piena record del Lamone a Marradi (Firenze) o sulle raffiche di vento fino a 100 chilometri orari in Emilia-Romagna.
"Non è una televendita, non vendiamo pentole né miracoli – puntualizza de Pascale –, mostreremo che un cambio di passo, si può fare. Non si schivano le pallottole come in ‘Matrix’, eppure la reazione della Repubblica è stata insufficiente. Continuare ad attribuire colpe non è produttivo, serve una strada diversa". Intanto alla Regione sono arrivate oltre 6.100 domande per sostenere l’acquisto di paratie, barriere anti-alluvione e sacchi di sabbia. Per il bando messo in campo con le donazioni di cittadini e imprese c’erano a disposizione 10 milioni di euro, ma la cifra necessaria sarebbe molto più alta: 17 milioni. "Quando avremo contezza delle domande, valuteremo se stanziare altre risorse – chiosa la sottosegretaria, Manuela Rontini –. Sarà un nostro impegno".
E ancora: per de Pascale occorrono "colpi di cacciavite" per i risarcimenti, perché le risorse "ci sono", ma le domande sono poche: "Rispetto a quelle potenziali, 2.500 sono troppo esigue – spiega Curcio –. Serve migliorare la procedura, rivedendo il meccanismo di anticipo e saldo". Commissario e presidente battono ancora su "una gestione unificata" dei disastri con "interventi bacino per bacino". "Non è solo questione di soldi – proseguono –: occorre una capacità diversa di far cadere a terra le opere a supporto dei piccoli Comuni e della Regione, che finora ha lavorato ordinariamente. E questo non è possibile". Curcio garantisce: "Sarà qui tutte le settimane, mi sento con il presidente tutti i giorni e stiamo lavorando all’apertura di una sede della struttura sul territorio".
Francesco Moroni