Le mosse del centrodestra. Ugolini rimane in pole, ma Lega e FI fanno melina

Bignami (FdI) avverte gli alleati: "I civici non possono essere ostaggi dei partiti". Ritardi in vista tra summit europei dei leader nazionali e il tavolo sull’Umbria.

La preside Elena Ugolini e il viceministro di FdI Galeazzo Bignami

La preside Elena Ugolini e il viceministro di FdI Galeazzo Bignami

Bologna, 30 gigno 2024 – "L’esperienza civica non deve carpire la fiducia ai cittadini e poi i partiti fanno quello che vogliono...". Quasi un avvertimento quello lanciato ieri, a Ravenna, da Galeazzo Bignami, viceministro meloniano dei Trasporti, ospite del Forum civico con vista sul post-Bonaccini organizzato da ’Rete Civica’. Nei giorni in cui si attende la discesa in campo della preside bolognese ciellina Elena Ugolini, ex sottosegretaria di Monti, l’uomo forte di Fratelli d’Italia mette in chiaro lo schema del centrodestra. Che, di fatto, deve prendere spunto dalla lezione di Giorgio Guazzaloca (storico sindaco di Bologna del ribaltone del 1999): "I partiti siano consapevoli che se il candidato è civico è lui a dare l’impronta all’azione di governo". Tradotto: i patti devono essere chiari. Se si sceglie una candidata (o un candidato) della società civile, questo (o questa) non può essere ostaggio dei desiderata dei partiti di centrodestra.

Per Jacopo Morrone, segretario della Lega in Romagna, anche lui ospite del Forum civico, "c’è una grande posibilità di cambiare le cose in Emilia-Romagna ora che Stefano Bonaccini è in Europa. Non importa, quindi, se il candidato ha la tessera di partito in tasca o è un civico, ciò che conta è che sia la persona giusta. Non possiamo sbagliare...". Più netto, il collega del Carroccio, Matteo Rancan, segretario della Lega Emilia, per il quale nella scelta del candidato per il post-Bonaccini si deve "partire dai partiti", facendo sapere che in caso di scelta politica non si tirerebbe indietro.

Di certo, quello che trapela, è che Ugolini resta sì in pole position, ma allo stesso tempo da Lega e Forza Italia permane qualche resistenza, anche considerando il fatto che una candidatura civica potrebbe comunque drenare consensi (e posti) strategici. Altro tema, si vocifera in ambienti vicino al centrodestra, sono le elezioni regionali in Umbria. L’accordo sarebbe sul bis della governatrice leghista, Donatella Tesei, ma visti gli ultimi risultati delle amministrative (con il ribaltone dem di Perugia) c’è qualche nube in più. Morale: sul tavolo del centrodestra potrebbero finire in tandem sia l’Emilia-Romagna sia l’Umbria. Ergo, questo potrebbe portare a qualche ritardo rispetto alla chiusura su Ugolini che era data per imminente.

Ultimo tassello da tenere in considerazione è il movimento ciellino. Da quello che filtra, Cl non sarebbe più così granitica come un tempo, e c’è un’ala che vira verso sinistra. Tradotto: non è scontato che tutti appoggeranno Ugolini solo perché ciellina. D’altra parte, restando in area centrodestra, c’è ancora chi le preferirebbe la consigliera azzurra Valentina Castaldini (anche lei ciellina).

Ultimo punto, di non poco conto, sono i recenti vertici europei che, di fatto, hanno reso più difficile ai leader nazionali di centrodestra riunirsi per trovare la quadra. Di sicuro, per tutto il centrodestra, l’Emilia-Romagna resta comunque contendibile, nonostante i risultati delle Europee. "Va considerata la bassa affluenza, il fatto che a Modena e Reggio storicamente il Pd è forte, che Bonaccini era un acchiappa-voti. Insomma, il dato dem ritengo che sia edulcorato", è l’analisi del viceministro di FdI. La ricetta per vincere la dà da Ravenna Alecs Bianchi, presidente di Rete civica: "Una vera leadership civica è rara ma essenziale".

Rosalba Carbutti