CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Le chat tra Isabella e Amato: “Giampo, non ti riconosco più”. Lui si difende: “Io, innocente”

Omicidio Linsalata, spontanee dichiarazioni dell’oculista imputato. In aula sentiti gli investigatori. Ricostruiti i messaggi inviati dalla vittima, che soffriva per la relazione extraconiugale dell’uomo

Giampaolo Amato è accusato dell'omicidio della moglie e della suocera

Giampaolo Amato è accusato dell'omicidio della moglie e della suocera

"Non ho mai ingannato nessuno, non ho mai ucciso nessuno. Confido che venga fatta giustizia". Giampaolo Amato ha ribadito, con delle brevi dichiarazioni spontanee rilasciate davanti alla Corte d’Assiste, la sua estraneità ai fatti. L’ex medico della Virtus ha poi nuovamente parlato della moglie, tessendone le lodi dal punto di vista umano e professionale.

L’oculista di 65 anni, in carcere dall’aprile 2023, è accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata, 62 anni, e la suocera ottantasettenne Giulia Tateo – morte rispettivamente il 31 e il 9 ottobre del 2021 – con un mix di farmaci (una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero). Dopo i consulenti medici, nell’udienza di ieri è stato il turno dei testimoni di polizia giudiziaria, il maresciallo dei carabinieri Valeria Tulli e il tenente colonnello Claudio Gallù.

Nove ore nelle quali è stato ricostruito il periodo che va dalla metà del 2018, quando ebbe inizio la relazione extraconiugale dell’imputato, e l’estate del 2021, pochi mesi prima della morte delle due donne. Tre anni nei quali Amato avrebbe da una parte promesso alla moglie di chiudere la relazione con l’altra donna (che, stando a quanto scritto in un’e-mail dalla stessa Linsalata, non era la prima) e dall’altra all’amante di lasciare la moglie. Promesse che, in entrambi i casi, non sono state mantenute.

"Non poteva essere il mio Giampo che inventava reperibilità per passare qualche ora con un’altra, che si alzava da una bellissima cena a lume di candela per mandare messaggi a un’altra", è solo uno dei tantissimi messaggi nei quali Isabella mostra al marito il proprio malessere. Un malessere che, a febbraio del 2019, inizia a manifestarsi anche dal punto di vista fisico, con frequenti episodi di narcolessia. A maggio dello stesso anno, Linsalata si sente male dopo aver bevuto del vino durante una cena a casa: la bottiglia, recuperata dalla sorella della donna, è stata poi analizzata nel 2022 e al suo interno sono state trovate tracce di Midazolam, uno dei due farmaci che sarebbero stati utilizzati per il mix letale. Sempre nel 2019, inoltre, inizia lo scambio di email tra Linsalata e la donna con cui Amato aveva una relazione.

Messaggi che l’amante avrebbe mandato, sia a Isabella che alla figlia, con un’insistenza tale da spingere le due donne a inviarle una diffida nell’estate del 2020. Nella seconda parte dell’udienza, il tenente colonnello Gallù ha ricostruito le indagini che hanno portato all’arresto di Amato, soffermandosi anche sul contenuto di alcune delle intercettazioni telefoniche e ambientali svolte in tre distinti periodi tra febbraio 2022 e marzo 2023.