PIER LUIGI TROMBETTA
Cronaca

Le allenatrici di pattinaggio: "Sofia era una ragazza splendida. Ha sempre amato questo sport"

Laura e Cristina Cremonini: "Fin dai 10 anni si è dedicata a gare e allenamenti: una ragazza spumeggiante e sempre vivace"

Bologna, 18 maggio 2024 – "Sofia era una cara ragazza, affettuosa e spumeggiante". A parlare sono le sorelle gemelle Laura e Cristina Cremonini, allenatrici di pattinaggio a rotelle della società sportiva Orizon di Bologna. Sofia infatti per una dozzina d’anni, dai dieci fino ai 22 anni circa, praticava il pattinaggio a rotelle in questa polisportiva bolognese dove si allenava e con la quale partecipava a competizioni e gare.

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Sofia Stefani era una appassionata praticante di Pattinaggio a rotelle
Sofia Stefani era una appassionata praticante di Pattinaggio a rotelle

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"Possiamo dire – raccontano le allenatrici – che Sofia non ha mai smesso di amare il pattinaggio. Uno sport che l’aveva sempre appassionata. Conoscevamo Sofia da quando aveva 10 anni. La portavano i genitori, persone meravigliose. In particolare ricordiamo la mamma Angela, con la quale eravamo entrate in profonda sintonia. Sofia era una ragazzina molto vivace e il pattinaggio era diventato, in un certo modo, il suo sfogo da quando era bambina fino ad oltre i 20 anni. Era una ragazzina emotiva, e forse l’emotività e la sfrenata voglia di far bene nelle gare le impedivano di dare il meglio di se stessa durante le competizioni".

I ricordi si accavallano in queste ore di profondo dolore per una perdita tanto inaspettata: "Fondamentalmente Sofia non aveva mai smesso di amare il pattinaggio a rotelle – continuano le sorelle Cremonini con un misto di affeto e commozione –. E anche quando era più grande di età e si era riavvicinata a noi, l’avevamo spostata nella sezione delle atlete più grandi. Sofia aveva un carattere spumeggiante, vivace. Una ragazzina certamente da gestire, come sapevano bene i genitori. Negli allenamenti, quando un pattinatore sbaglia o comunque ha un comportamento sopra le righe, per far capire l’errore lo si mette fuori dalla pista. E a volte capitava con Sofia. Lo sapeva bene la mamma, che ne conveniva con noi".

"Poi Sofia andò a convivere con un ragazzo più grande di lei – aggiungono le sorelle Cremonini – abbandonando il pattinaggio. Ma allo stesso tempo aveva mantenuto un legame con il mondo dei pattini. L’avevamo vista non troppo tempo fa, sempre affettuosa con noi. Quando riusciva, quando i suoi impegni glielo permettevano, veniva a salutarci. Davvero un amore di ragazza. Una fine che di certo Sofia non meritava".