"Come sta Tacconi? Sta come può stare uno che rivendica da sempre di essere innocente, che da un anno ormai subisce un’accusa pesante e che ha rinunciato al lavoro, oltre che per un periodo è stato anche privato della libertà". Sono le parole di Gabriele Bordoni, avvocato che assiste Claudio Tacconi, ex coordinatore del 118 accusato di atti persecutori, lesioni e simulazione di reato. Ora, Tacconi è a casa sua, libero. Ieri la chiusura delle indagini preliminari.
"Continuo a pensare che la vicenda ha una serie di lati oscuri, che devono essere chiariti e su cui il processo farà luce. Noi – spiega Bordoni – porteremo una serie di argomenti di riflessione e temi di prova, molto significativi, che abbiamo raccolto nell’arco di questi mesi. Li portemo al pm nell’interrogatorio che chiederemo di svolgere". Se, quindi, "convinceremo il pm che ci sono margini di labilità tali da suggerire di non protrarre l’azione penale, bene, la vicenda si chiuderà lì. Se invece il pm resterà convinto della sua tesi e si andrà avanti, allora noi ci difenderemo, convinti che i fatti siano meno limpidi di come sono stati presentati fino a questo momento".
L’avvocato Bordoni ribadisce che Claudio Tacconi "rimane nella sua posizione e cioè che non è responsabile di nessuno degli episodi contestati".
c. g.