REDAZIONE BOLOGNA

Lavoro e studio, serve un patto per la casa

La carenza di alloggi a Bologna e Modena colpisce studenti e lavoratori. Le soluzioni coinvolgono Comune, Università e aziende, ma servono patti più ampi tra imprese e associazioni immobiliari.

La mancanza di alloggi in affitto o gli affitti eccessivamente alti costituisce il problemone di Bologna, ma anche di altre città dell’Emilia Romagna, come Modena dove sono presenti università e un robusto tessuto economico. Il nodo non riguarda solo gli studenti, per i quali Comune e Università stanno poco alla volta allargando l’offerta degli alloggi, ma in gran parte anche i lavoratori che vengono da fuori città. Come è noto la grande affluenza turistica ha falsato il mercato e ha indotto numerosi proprietari di case a convertire gli immobili in locazioni brevi togliendo quindi dal panel delle offerte le occasioni per chi cerca un’abitazione in modo stabile. Le grandi aziende stanno cominciando ad organizzarsi in proprio mettendo in pratica il concetto, come ormai avviene stabilmente in agricoltura, che nell’offrire lavoro bisogna contemporaneamente offrire gli alloggi gestendoli in proprio. Ma per le piccole e medie imprese questa strada risulta più difficile. Serve dunque un patto per la casa più ampio, forse organizzato tra gruppi di imprese o attraverso le associazioni di settore, coinvolgendo anche le associazioni immobiliari. Ciò anche in considerazione del fatto che i lavoratori stranieri (regolari) sono ancora meno attrezzati nella ricerca di coloro che cercano di sfruttare qualche conoscenza.

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