Mancano ancora i soldi dello Stato per coprire l’80% della spese e ci sono interferenze con i cantieri del Passante, ragion per cui l’approvazione del progetto esecutivo è slittata a ottobre. Ma, al netto, di questi problemi, Fer e Comune sono fiduciosi che i grandi cantieri dell’interramento della ferrovia ex Veneta possano partire a breve, entro quest’autunno. Un aggiornamento sullo stato dell’arte è stato dato ieri in una commissione comunale, a spiegare bene tutto è stato Fabrizio Maccari, il direttore dell’area tecnica delle Ferrovie emiliano-romagnole. Il punto di partenza è quello dei cantierini già partiti – non ancora i più impattanti – per l’ammontare complessivo di 76 milioni di euro. "Ma a oggi non si è ancora reso materialmente disponibile l’utilizzo delle risorse che coprono quasi l’80% del fabbisogno da parte del ministero – ha detto Maccari –. C’è una mancanza di decreti interministeriali e circolari, una questione tecnica in via di definizione e non vuol dire che le risorse siano a rischio. Però è un aspetto da monitorare, perché sicuramente non sta agevolando il compito di Fer, che fa da polmone finanziario all’opera".
Il Comune conosce gli intoppi, e in casa Pd è scattato subito l’allarme. "A fronte di tutto quello che viene sbandierato sui giornali, c’è ancora da tirare fuori la ‘pilla’, come si dice a Bologna – ha affermato la consigliera dem Loretta Bittini –, per agire in fretta e aiutare nella buona riuscita dei lavori. Anche se sono adempimenti burocratici quelli che impediscono il versamento delle quote, questa cosa deve essere fatta al più presto e chiedo a Maccari di tenere informato il Consiglio perchè questa è un’opera fondamentale per la città". L’auspicio è che "il decreto arrivi in fretta perchè si tratta di un atto dovuto", ha aggiunto l’ex assessore Claudio Mazzanti. Sui 76 milioni complessivi, in ballo ci sono i 51,9 milioni di risorse statali mentre il resto del finanziamento è in carico a Regione Emilia-Romagna (18,5) e Comune (5,5). Nel frattempo i lavori sono iniziati a gennaio con la rimozione di tutto il materiale ferroviario, che si è conclusa a maggio. Poi sono stati aperti i cantieri veri e propri, con l’installazione del campo base in zona Rimesse e l’avvio delle indagini geognostiche e di ricerca di eventuali ordigni bellici da bonificare. Già concluse le verifiche archeologiche volute dalla Sovrintendenza: le indagini sono terminate a fine agosto in via Larga e i risultati sono al vaglio della società specializzata incaricata.
Poi c’è il Passante, che come per altre grandi infrastrutture si è messo, per così dire, ‘un po’ di traverso’. Infatti rispetto al termine fissato per agosto, la progettazione esecutiva si allungherà fino a ottobre per definire alcuni punti "molto delicati" tra i quali le interferenze con i sottoservizi fognari e idrici di via Cellini: un tratto che sarà interessato anche dai futuri cantieri del Passante "e quindi è stato creato un tavolo specifico con Hera e Autostrade – ha riferito il dirigente di Fer – per risolvere la questione, ma dovremmo essere in via di definizione". Contemporaneamente stanno procedendo gli espropri e le necessarie chiusure stradali sono previste non nel 2023 ma nel 2024 e la fine dei lavori resta programmata per il 2025. C’è qualcosa da mettere a posto sulle coincidenze e intanto con la linea interrotta i viaggiatori della ex Veneta sono calati del 50%. "Non è semplice gestire un servizio sostitutivo di questo tipo e potevamo sicuramente aspettarci dei cambiamenti nelle abitudini di mobilità soprattutto dei lavoratori – ha dichiarato l’assessora alla Nuova Mobilità, Valentina Orioli –. Su questo bisogna mettere in campo tutti gli accorgimenti possibili. Abbiamo aperto la ciclostazione Roveri, che dà la possibilità di tenere in loco le bici e migliorare un po’ gli spostamenti quando si scende dalla corsa sostitutiva".
Paolo Rosato