FABIO MARCHIONI
Cronaca

L’Anpi tira a lucido la statua della Libertà

Il restauro dell’opera in memoria della Resistenza è costato cinquemila euro. L’associazione: "Grazie agli esercenti locali e ai cittadini"

L’inaugurazione, con le istituzioni, della statua della Libertà restaurata a Vado di Monzuno

L’inaugurazione, con le istituzioni, della statua della Libertà restaurata a Vado di Monzuno

Un restauro per tenere viva la memoria della resistenza partigiana. È successo a Vado di Monzuno, per l’80° anniversario dalla liberazione, grazie all’Anpi locale che ha caldeggiato l’intervento, arrivando a finanziarne la metà grazie a un bando nazionale. La restante parte del denaro è stata fornita dallo Spi CGIL Bologna Emilia-Romagna. "L’intervento è costato circa 5.000 euro – racconta Andrea Nerozzi, presidente Anpi Monzuno – tutti spesi per il restauro vero e proprio. Le attività accessorie sono state svolte dai volontari Anpi a titolo gratuito, dalla gestione amministrativa del finanziamento fino all’individuazione dell’impresa". Il restauro è stato eseguito da Paolo Maini dell’impresa bolognese Leonardo.

La statua, che ritrae una figura umana che incarna la libertà, ha il corpo rivolto verso la canonica di Vado, dove nacque la brigata partigiana ‘Stella Rossa’. Una mano della figura è protesa verso Montesole, mentre l’altra mano è rivolta al cielo. L’opera fu installata nel ’96, realizzata in bronzo dallo scultore rumeno Grigorie Minea. "La scultura – prosegue Nerozzi – ha una storia particolare. Il Comune di Vado si rivolse allo scultore rumeno attraverso l’intermediazione di un altro artista, Henry Mavrodin, un dissidente che approfittò della Biennale di Venezia ’70 per fuggire dal regime di Ceausescu. Minea, che invece era rimasto in patria, realizzò l’opera ricevendo un compenso di 46 milioni di lire, ottenuti per metà da esercenti locali e per metà singoli cittadini ed ex partigiani. In Romania, all’epoca, il bronzo scarseggiava e le giunture saldate vennero realizzate in ferro, metallo esposto alla ruggine".

L’inaugurazione dell’opera restaurata si è svolta alla presenza del sindaco Bruno Pasquini, dell’assessore di Marzabotto, Luca Vignoli, della critica d’arte Lorenza Miretti, e di delegazioni Anpi e Spi CGIL. Fra i presenti anche Franca Berti e Maurizio Musolesi, l’ex sindaco e assessore che vollero il monumento. "Ci pareva importante per la conservazione della memoria – conclude Nerozzi – che la statua tornasse a splendere. Un’opera malmessa perde parte della propria forza comunicativa, sempre più importante col trascorrere del tempo e con la scomparsa dei testimoni diretti. Adesso i passanti e i visitatori che si imbatteranno in questo monumento tirato a lucido non potranno fare a meno di incuriosirsi".

Fabio Marchioni