"L’Alma Mater punta a dimezzare i gas serra entro il 2030"

«È un passo importante per il nostro Ateneo. In questo modo avremo, infatti, ancora più co...

"L’Alma Mater punta a dimezzare i gas serra entro il 2030"

"L’Alma Mater punta a dimezzare i gas serra entro il 2030"

"È un passo importante per il nostro Ateneo. In questo modo avremo, infatti, ancora più consapevolezze sulle nostre opportunità e competenze". Così il rettore Giovanni Molari (foto) introduce le principali azioni del primo Piano Energetico dell’Alma Mater – presentato assieme al professor Gian Luca Morini – studiato per aumentare l’efficienza con cui viene gestita l’energia all’interno delle strutture dell’Ateneo, riducendone così l’impatto ambientale ed economico. Per fronteggiare queste prossime sfide, l’Università investirà 60 milioni di euro: secondo le stime calcolate dall’Ateneo, l’attuazione integrale del piano porterà, entro il 2030, a una maggiore stabilizzazione dei consumi elettrici, a una riduzione del consumo di gas naturale e a una riduzione di più del 50% delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Tra le diverse misure previste, si fa spazio anche "l’implementazione di nuovi impianti fotovoltaici per coprire fino al 17% del fabbisogno di energia", l’eliminazione di tutte le centrali a gasolio e a olio combustibile ancora presenti nelle diverse strutture, la sostituzione di tutte le luci tradizionali con apparecchi led, l’isolamento termico degli edifici con cappotti e coperture interni e, infine, un maggiore ricorso a fonti di energia rinnovabile tramite l’installazione di pompe di calore in sostituzione delle caldaie a gas. "In questo momento il nostro patrimonio edilizio occupa circa un milione di metri quadrati di superficie, ma alla fine del piano triennale edilizio crescerà ulteriormente – conferma il rettore – questo aumento richiede una gestione dell’energia sempre più informata, consapevole e responsabile".

Un grande sforzo da parte dell’Università, quindi, considerando che l’Alma Mater gestisce appunto un patrimonio di quasi trecento edifici, molti dei quali sono palazzi storici. "Parliamo di azioni pratiche, in un piano di medio-lungo periodo: lo facciamo con le nostre risorse, ma se dai piani nazionali arrivassero finanziamenti per coprire una parte di questi costi, ci aiuterebbero senz’altro a velocizzare il nostro piano".

Non si ferma, quindi, lo sforzo dell’Università sul fronte della sostenibilità, già premiata nei giorni scorsi dal primo posto tra gli atenei italiani sia nel ranking Qs Sustainability sia nel ranking GreenMetric.

g. d. c.