
L’allarme dell’Avis A Bologna meno donatori "Il problema è il plasma"
Scende il numero dei donatori sotto le Due Torri: dai 26.574 del 2021 ai 26.480 dello scorso anno. Ma scendono anche i soci totali dell’Avis: nel 2021 erano 27.381 mentre nell’anno da poco finito sono stati 27.210. Di conseguenza cala anche il numero di donazioni: quelle di sangue, rapportando il 2021 con il 2022, vedono una differenza in negativo di 616 donazioni (l’1,5 per cento), per il plasma invece sono 130 in meno (1,9 per cento). Ed è proprio sul plasma, fondamentale per la produzione dei farmaci, anche destinati a pazienti oncologici, che si è concentrata l’attenzione del presidente regionale Avis, Maurizio Pirazzoli nel corso dell’assemblea degli associati Avis dell’Emilia Romagna visto che, guardando anche ai dati regionali, sono state raccolte circa 4mila unità di plasma in meno.
"I donatori non sono dei rubinetti che si aprono e chiudono quando serve –. La capacità di programmare è sempre stata una caratteristica distintiva del sistema di tutela della salute della nostra regione, e deve tornare ad esserlo. In questo contesto la mancanza di un piano sangue e plasma, scaduto nel 2017, che indichi la direzione nella quale il sistema vuole andare, consolida queste criticità". La raccolta, per il presidente regionale Avis, "deve essere capillare e il donatore deve essere al centro della rete, agevolato nell’esercizio del suo gesto etico. I limiti alla raccolta del plasma sono strutturali e inficiano l’efficacia delle campagne promozionali e l’impegno dei volontari".
Per effettuare la raccolta di plasma, infatti, servono macchinari appositi, i separatori, che non sono disponibili in tutti i punti di donazione. Pronta la risposta dell’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, presente all’assemblea: "Il plasma è il punto debole in questo momento, ma la raccolta in Emilia-Romagna è comunque ben al di sopra della media nazionale". Donini rivendica di aver mantenuto tutti gli impegni sottoscritti un anno fa e promette ora una "co-progettazione sul piano regionale sangue", con investimenti tecnologici anche sui separatori per la plasmaferesi chiesti da Avis.
L’impegno nell’aiuto per il fabbisogno nazionale di sangue viene sottolineato da Pirazzoli: "Ci sono zone, in Italia, dove i donatori sono carente e noi provvediamo ad aiutarle: sono Sardegna. Sicilia, Lazio e l’ospedale Cardarelli di Napoli. Noi, assieme alla Lombardia siamo ai vertici delle donazioni. Il calo che si può registrare in qualche città, come ad esempio Bologna, non ci preoccupa perché sono fluttuazioni che accadono. Magari il prossimo anno c’è un’altra città che vede un calo mentre quest’anno registra un aumento. Complessivamente il sistema delle donazioni, nelle nostra regione, è in buona salute. Ma indubbiamente la questione del plasma nei prossimi mesi dovrà diventare prevalente".
Monica Raschi