Nell’ultimo anno l’abbiamo vista sul palco di Sanremo, ha cantato nella Valle dei Templi e al Blue Note di Milano. Quando apre la porta del teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati, subito il pubblico la vede e scalpita: "Eccola, Drusilla". La accoglie la direttrice del teatro, Francesca Pedaci. E Drusilla Foer, non solo le stringe la mano, afferra dita e palmo e se li porta vicino alla guancia. E lo fa con chiunque le porga la mano per salutarla. L’attrice e cantante è a Bologna per presentare il suo disco Dru: tredici tracce – dodici inedite – scritte da autori come Pino Donaggio, Maurizio Piccoli, Mariella Nava, Mogol, Giovanni Caccamo e i più giovani Ditonellapiaga e Fabio Ilacqua. Le piace definirlo un disco punk. "Mi rappresenta moltissimo – racconta nell’evento organizzato con Feltrinelli –. Parlo di guerra, di pregiudizi, di violenza sulle donne, sempre con convinzione". Ci sono anche brani d’amore, ma pochi, perché "un po’ mi innervosisce che si debba sempre cantare d’amore – dice – è un argomento noioso". Una canzone d’amore però c’è. Assomiglia più a una poesia o a una lettera. Drusilla Foer la intona, si intitola Buonanotte Rossana. L’ha scritta Lelio Luttazzi – l’uomo di spettacolo che Drusilla avrebbe voluto essere – per sua moglie Rossana. Ma non ha fatto in tempo a incidere la voce, ha solo registrato la base. E Rossana Luttazzi ha affidato il testo a Foer.
Poi ci sono "pezzi da cantare con champagne in corpo – continua Foer – altri sono un po’ grulli, altri un po’ francesi. Ma c’è anche una canzone brasiliana". Le piace dire che questo disco è "furioso", come lei. "Mi hanno supplicato di fare un disco su Gaber o Jannacci. Invece no. Avevamo voglia, io e Franco Godi (il produttore, ndr), di fare un album ispirato. Che fosse romantico, sciocchino, lieve ma aggressivo. Io sono un po’ così. Voi mi vedete con le buccole (orecchìni, ndr) ma sono anche una che si arrabbia per la guerra. Se c’è qualcosa che non vi piace nel disco, c’è qualcosa che non vi piace di me. Tiè!".
Amalia Apicella