CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Lafram raccoglie l’appello: "Pronti a collaborare. Questi ragazzi sono soli"

La disponibilità del presidente dell’Unione comunità islamiche italiane "Creiamo momenti di incontro, diamo loro un riferimento religioso" .

Lafram raccoglie l’appello: "Pronti a collaborare. Questi ragazzi sono soli"

Lafram raccoglie l’appello: "Pronti a collaborare. Questi ragazzi sono soli"

Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii e della comunità islamica bolognese, risponde presente all’appello lanciato ieri mattina dal questore Antonio Sbordone. Il tema è quello dei minori stranieri non accompagnati, l’obiettivo allontanarli dal mondo della microcriminalità attraverso un’attività di prevenzione. "Noi siamo assolutamente consapevoli – così Lafram – del problema dei minori non accompagnati, che purtroppo in città si sono resi protagonisti di diversi episodi legati alla microcriminalità. Dagli accoltellamenti, a furti e rapine, senza dimenticare il fenomeno delle baby gang. Molti di questi ragazzi, non avendo una rete familiare, non essendo frequentatori di quelli che sono i nostri luoghi di riferimento come comunità religiosa, facciamo fatica a intercettarli e, di conseguenza, a fare la nostra parte".

Motivo per cui, sottolinea Lafram, "è necessaria una collaborazione insieme alla Questura, i servizi sociali e tutti gli attori coinvolti". Secondo il presidente dell’Ucoii alla repressione, giusta laddove vengano commessi dei reati, è fondamentale accompagnare una mirata attività di prevenzione. "Penso sia imprescindibile – continua – creare un tavolo interdisciplinare che coinvolga tutti affinché si arrivi alla formazione di una sorta di sistema. Perché l’errore che si rischia anche di fare in questo caso è quello di fare degli interventi a ‘spot’. Siamo consapevoli che noi come comunità religiosa dobbiamo fare la nostra parte e siamo pronti a questo, ma sappiamo anche questo deve avvenire in concertazione con la Questura e la rete dei servizi intorno a queste comunità di minori". Un percorso, quindi, definito e costante nel tempo che possa portare dei veri risultati. "Dobbiamo sempre ricordarci – sottolinea il presidente della comunità islamica bolognese – che questi ragazzi non hanno nessuno. Molto spesso si sentono abbandonati anche dalle stesse istituzioni e soffrono questa sorta di isolamento. Tanti di loro purtroppo, non trovando dei punti di riferimento, reagiscono male. Questo è indubbiamente un problema che va sviscerato e per cui abbiamo il dovere di trovare una soluzione". Ma per arrivare a una soluzione, è fondamentale capire da quale punto iniziare.

"Come prima cosa – suggerisce Lafram – andrebbero creati dei momenti di incontro, dei colloqui con questi ragazzi perché è necessario dare loro anche un riferimento importante a livello di comunità religiosa. Parliamo di giovani che comunque hanno un background religioso importante che può essere anche un elemento di stabilità soprattutto nella costruzione di quello che è il nuovo contesto nel quale vivono. È importante far capire a questi ragazzi che c’è una comunità che è attenta, che vuole mettersi a loro disposizione. Dobbiamo essere capaci di creare dei momenti di ascolto attivo, capire quali sono le necessità e di conseguenza intervenire". Perché "c’è margine di recuperare tanti di questi ragazzi, magari non riusciamo a salvarli tutti, ma la maggior parte sì. Abbiamo il dovere di far capire loro che un’alternativa esiste".