
Da sinistra: il sindaco Matteo Lepore, Andrea De Maria (Pd), Valentina Castaldini (FI) e Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii
Mezz’ora prima dell’inizio della messa, nella cattedrale di San Pietro i posti sulle panche sono occupati già tutti. E da fuori i fedeli continuano a entrare. In questa immagine di una chiesa gremita in ogni angolo, con i fedeli seduti anche dietro l’abside e sui gradini di marmo degli altari delle navate laterali, si racchiude ciò che la morte di Papa Francesco ha significato per Bologna e per i bolognesi.
"Papa Francesco è stato come un padre. Ci ha dato amore e speranza. Lo vogliamo ricordare". E non importa quindi se per farlo si deve stare in piedi nelle due ore che dura la funzione, tra preghiere e canti. In prima fila c’è anche il sindaco Matteo Lepore, con la fascia tricolore. Accanto a lui il deputato del Pd Andrea De Maria, la presidente di Quartiere San Donato San Vitale Adriana Locascio, le consigliere Simona Lembi e Valentina Castaldini e rappresentanti di tutte le forze dell’ordine cittadine. Anche il presidente dell’Ucoii (unione comunità islamiche d’Italia) Yassine Lafram era tra i banchi della cattedrale, dopo aver condiviso, in mattinata, una lettera di condoglianze, per "un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia della chiesa e nel cuore di quanti hanno creduto nel dialogo, nella pace e nella fratellanza tra i popoli".
Nel nome di una pace senza armi che Francesco ha invocato fino alla fine. La commozione era palpabile non solo tra le centinaia di fedeli, ma anche nei volti di sacerdoti e diaconi che hanno affiancato il cardinale Matteo Zuppi nella celebrazione. Nel fumo dell’incenso, mentre l’arcivescovo nell’omelia racconta Francesco e la sua Chiesa, qualcuno già sussurra: "Come sarebbe bello se fosse lui il prossimo Papa, è così bravo...". Tra i fedeli ci sono anziani, bambini, anche qualche turista straniero che colpito da questa "sorpresa" di Papa Francesco si è voluto unire al momento di preghiera. "Ho voluto bene a Papa Francesco perché era vicino agli ultimi. Era umano e presente", racconta una ragazza, appoggiata al muro vicino alla porta. Il servizio d’ordine in cattedrale regola entrate e uscite, fuori ci sono le forze dell’ordine schierate per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti a questa funzione. L’impressione è quella di una preghiera corale, dove ognuno a un suo motivo privato per essere presente. Anche i bimbi stanno buoni, forse percependo la gravità e la solennità di questo momento. "Papa Francesco era innamorato di Gesù e di tutte le persone", dice un’altra ragazza, seduta per terra, "per questo era amato da tutti". Fuori dalla cattedrale, la città non resta indifferente alla preghiera. Qualcuno si infila un attimo, il tempo di una preghiera o solo di vedere cosa sta succedendo. Altri si fermano a ricordare dove si trovavano il giorno della visita del Pontefice a Bologna, otto anni fa: "Io l’ho visto passare in via San Vitale – racconta una ragazza –. Eravamo tutti sistemati in attesa sotto i portici, tra le colonne, con le bandierine in mano. Prima sono arrivate le moto della polizia di scorta. Poi abbiamo visto Bergoglio, in piedi sulla macchina bianca. È stata una grande emozione. E sembra passato un attimo. Questo Papa ci mancherà".
n. t.