’L’Affare Morandi’: dipingeva così. Vittoria Chierici indaga il metodo

A Casa Morandi esposte 19 opere realizzate dall’artista e altre due composte con gli allievi dell’Accademia.

’L’Affare Morandi’: dipingeva così. Vittoria Chierici indaga il metodo

Le opere di Vittoria Chierici realizzate studiando il metodo del maestro

"Il mio interesse per Giorgio Morandi non è biografico, non ha a che fare con gli archetipi morandiani, ho quindi affrontato con un certo distacco il lavoro del maestro, cercando di capire il suo metodo di pittura da un punto di vista tecnico, per coinvolgere studentesse e studenti". Queste le parole di Vittoria Chierici, pittrice bolognese che ha attivamente partecipato alla scena artistica italiana degli anni Ottanta e che da tempo risiede in America. Lo scorso giugno ha tenuto a MAMbo un laboratorio per gli studenti della nostra Accademia, corso di Maura Pozzati (che ammette la difficoltà di coinvolgere gli studenti sul tema Morandi, artista poco interessante per i giovani).

Da quell’incontro sono nate varie esperienze, tra cui ’L’Affare Morandi’, ovvero la realizzazione di 19 opere di piccolo formato che Chierici ha realizzato nel suo studio a Eastport nel Maine e a New York e che dal 19 ottobre al 6 gennaio sono esposte a Casa Morandi (accanto all’atelier del pittore), con la curatela di Pozzati: opere in acrilico, olio, gessetti su tavola, da osservare ma anche da leggere, perché alla parte pittorica è spesso associata un’area occupata da alcuni aforismi morandiani e di altri autori – menzionati nel retro delle tele –, fonte di ispirazione per Chierici. Nel periodo che ha preceduto il laboratorio, Chierici ha visitato Casa Morandi e la residenza estiva del pittore a Grizzana Morandi, per poi stilare l’elenco degli strumenti usati dall’artista e approfondire le sue abitudini di lavoro. Ne ha dedotto che ogni oggetto che circondava il pittore era lo specchio di una sua ben precisa idea. Anche le consuetudini della sua pratica, come quella di colorare sia l’interno che l’esterno dei vasi, delle bottiglie e dei piccoli oggetti che avrebbe poi dipinto o quella di porre un velario sulla finestra per arginare lo sfolgorio della luce, rivelano per Chierici il rapporto dell’artista con lo spazio circostante.

A completare l’esposizione, nella sala conferenze di Casa Morandi, vi è il dittico di grandi dimensioni ’l’Esperienza sensibile #1’, opera prodotta grazie alla collaborazione con gli studenti e con le studentesse dell’Accademia di Belle Arti, composta da una lavagna con pensieri e schizzi, realizzati con gessetti colorati, i quali interpretano il modus operandi morandiano nel dare forma ai suoi oggetti, e da una tela dipinta da Chierici con la tecnica dello stencil. Un altro lavoro realizzato con la stessa tecnica e nato dal momento di incontro con allieve e allievi è ’l’Esperienza sensibile #2’, polittico visibile al Dipartimento educativo MAMbo fino al 20 ottobre, che poi verrà donato al museo Morandi.

Benedetta Cucci