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Bologna, il ladro ucciso a Bazzano è ancora senza nome. Amato: "Colpito a una scapola"

A Villa Gessa il consulente balistico proverà a chiarire la traiettoria del colpi. Le indagini: si pensa alla banda dell’estintore, già usato per altri blitz

Ladro ucciso, i carabinieri intervenuti a Bazzano (FotoSchicchi)

Ladro ucciso, i carabinieri intervenuti a Bazzano (FotoSchicchi)

Bologna, 6 dicembre 2019 - Non è stato ancora identificato il ragazzo freddato ieri a Bazzano in Valsamoggia, nel Bolognese, durante un tentato furto: si tratta di un giovane tra i 20-25 anni di carnagione chiara. Le forze dell'ordine hanno chiesto la collaborazione della polizia dei paesi dell'Est Europa tra cui Romania, Polonia Moldavia e Albania per ricercare la corrispondenza della foto o delle impronte digitali nella loro banca dati. Oggi pomeriggio è prevista l'autopsia. 

AGGIORNAMENTO Ladro ucciso a Bazzano, spunta un’impronta digitale - Il custode ha sparato alla cieca

Da questa mattina sono in corso sopralluoghi dei carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche nell'area di Villa Gessa, tenuta del XVI secolo di proprietà della famiglia fiorentina dei Garagnani, dove ieri mattina il custode di 68 anni, sentendo rumori fuori dalla porta della sua abitazione, ha esploso cinque colpi di arma da fuoco. Uscendo in giardino, all'alba, ha trovato il corpo senza vita del giovane.

I rilievi in corso, condotti dai Carabinieri e anche dal consulente balistico della Procura arrivato da Roma, intendono chiarire le traiettorie dei colpi esplosi da due finestre situate al primo piano della dependance dove il 68enne vive con la moglie. Anche l'avvocato del custode, il legale Giovanni Donati, ha fatto un sopralluogo per valutare la situazione insieme al suo assistito.

Chi ha sparato al ladro 

Era l'alba di ieri quando la banda di ladri ha tentato di entrare nella dependance della villa di via Ghiarino, a Bazzano, e il custode Stefano Natalini, 68 anni, ha reagito sparando 5 colpi . "Volevo solo spaventarli", ha detto durante l'interrogatorio nella caserma dei carabinieri. L'uomo è indagato per omicidio preterintenzionale. 

"Da una prima verifica del corpo sembra che il ragazzo sia stato colpito alla scapola". Così il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, spiega al gr Rai di Radio 1 alcuni dettagli dell'indagine su quanto accaduto ieri. Il proiettile mortale, quindi, lo avrebbe colpito alle spalle. "Ovviamente la risposta definitiva la possono dare solo gli accertamenti di natura tecnica: la perizia balistica e l'autopsia, soprattutto bisogna cogliere la traiettoria del colpo e capire anche se sia stato diretto o di rimbalzo", analizza Amato. Le parole del procuratore chiariscono il perché sia stato necessario iscrivere il custode 68enne che ha sparato nel registro degli indagati, una conferma che il ragazzo è stato colpito alle spalle inciderebbe sulla sua posizione. "La legittima difesa va verificata in positivo - aggiunge il procuratore - e in questo caso non era assolutamente autoevidente, quindi c'è stata la necessità tecnica di indagare il custode".

Sul reato ipotizzato, omicidio preterintenzionale, il procuratore spiega: "Non è importante quale reato sia ipotizzato, tanto che in un primo momento era stato anche secretato. L'importante è il merito: le perizie commissionate e gli accertamenti devono permetterci di capire se ci siano i presupposti della legittima difesa oppure dell'eccesso colposo. Questo è importante".

Gli indizi

Un estintore e una scarpa. Indizi importanti sui quali stanno lavorando Arma e Procura. Una scarpa nera, con righe gialle, infatti è stata ritrovata a pochi passi da Villa Gessa, sul ciglio della strada, ma dalla parte opposta rispetto alla direzione di fuga a piedi dei malviventi. Da quel campo, cioè, dove sono stati trovati gli attrezzi rubati dal magazzino della tenuta. Poi c’è l’estintore, visto all’opera davanti a un’azienda a due passi da Villa Gessi. "Erano sei persone – ha raccontato il proprietario –, una delle quali teneva in mano un estintore". Da tempo, proprio nella zona, gli inquirenti stanno dando la caccia a una banda che utilizza quell’oggetto per forzare vetrine.

Salvini: "Siamo tutti custodi"

"Purtroppo ha ucciso un ladro, ma esprimo vicinanza a questo custode, se invece del ladro quel signore avesse fatto l'operaio, il meccanico o il poliziotto non avrebbe rischiato di morire, rischi annessi e connessi al mestiere del ladro". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini in diretta Facebook, commentando quanto accaduto a Bazzano. E conclude: "Confidiamo che la legge sulla legittima difesa sia di aiuto a questo signore, siamo tutti custodi".