Nel grigio della tristezza e della nebbia, uno schizzo di colore: fiori rossi e blu sulla bara di William Chirivì, il carabiniere 43enne che se ne è andato dopo aver vissuto, per cinque mesi, con un brutto male. Più di mille le persone che ieri, nella parrocchia di San Giovanni Bosco, al quartiere Savena gli hanno voluto dare l’ultimo saluto: a stringersi ai familiari tantissimi colleghi carabinieri e amici. Perchè Willy era luce ovunque andasse: se la vita fosse stata interamente in bianco e nero lui sarebbe stato una brillante palette di colori, a spezzare la tristezza e la monotonia.
Allegro, solare, generoso, amorevole padre di famiglia. Instancabile lavoratore nell’Arma dei Carabinieri, irrefrenabile artista. Tra le sue passioni il disegno e la pittura. Tanti i dipinti con cui ha abbellito gli spazi del Reggimento, dove dal 2004 prestava servizio. E poi la scrittura: il mese prossimo uscirà, postumo, un libro autobiografico ‘3vs1’ in cui racconta la vita con la malattia, da quando ha avuto la diagnosi nel luglio scorso. Un tumore al cervello che non gli ha lasciato scampo.
Ad officiare la messa, in una chiesa gremita, il cappellano militare: "William in questi mesi si è aperto molto a me, condividendo pensieri e riflessioni importanti delle sue giornate, abbiamo fatto un percorso importante insieme e mi mancherà anche il suo modo di rispondere quando gli chiedevo come stesse – ha detto nell’omelia –. Un servitore dello Stato, un marito, un padre di famiglia per le sue due ragazze, e un amico di tutti. È stato chiamato alla casa del Signore lasciando un vuoto enorme qui, tra noi". E ora Willy non ci resta che leggere le tue ultime meravigliose parole nel libro che hai lasciato in serbo per tutti coloro che ti hanno conosciuto e voluto bene, sapendo che in queste pagine, seppur dolorose, ritroveremo il tuo spirito, la tua voce e tutto te stesso.