Solo posti in piedi, come ai suoi concerti. E anche gli applausi, alla fine della cerimonia, sembravano quelli delle lunghe serate tra gli amici e nei locali. Tanta gente, all’Antoniano, per l’addio a Jimmy Villotti. Bara di legno semplice e chiara sotto un manto di rose rosse e, tutt’intorno, le parole di chi lo ricordava e i silenzi di chi lo rimpiangeva. Abbracci alla moglie Natascia e parole di commozione per salutare un grande chitarrista, ma soprattutto una grande persona. "Non è un pezzo di Bologna che scompare, ma che rimane, perché siamo tutti qui con lui", ha detto il sindaco Matteo Lepore. Sul ‘registro dell’addio’, nomi noti e sconosciuti. "Ciao Jimmy", ha scritto Gianni Morandi. Hanno aggiunto la propria firma, tra gli altri, Vinicio Capossela, Paolo Mengoli, Dodi Battaglia, Gianni Fenara, ex titolare dell’Osteria della Chiesa, dove Jimmy ha suonato a lungo, Giorgio e Stefano Bonaga, Stefano Odorici, jazzista, Paolo Cacchioli, ex direttore dell’Arena del Sole, Giorgio Comaschi. Presenti, fra gli altri, anche l’assessore regionale Mauro Felicori, Nicola Sinisi, Michele Torpedine, Celso Valli. "Villotti era un uomo buono, attento, curioso. L’ho incontrato qualche volta perché insegnava musica ai bambini. Non sapevo quel che faceva, ma non mi sono mai accorto che fosse una persona così importante. Qualche giorno fa sono andato a trovarlo. Accanto al letto c’era la Bibbia e abbiamo letto insieme un pezzo sull’Apocalisse perché gli piaceva tantissimo", ha detto dall’altare padre Giampaolo Cavalli.
"In tanti anni non ho mai sentito da nessuno una parola contro Jimmy. Tutti lo stimavano, tutti gli volevano bene", ha spiegato Morandi. "Conservo ancora il suo regalo: un coltello con il manico di betulla. Jimmy mi spiegò come la lama può ferire, può tagliare le pagine di un libro, può prestarsi a tante altre funzioni", ha raccontato Capossela. Dopo la messa, la voce di Paolo Conte, che non c’era, ma che sembrava proprio lì, appostato dietro una colonna, ha riempito la chiesa: "Jimmy, non credi che possiamo regalarci un pranzo da pascià a questo punto della nostra vita, vento d’autunno quindi entriamo qua", dice il testo di Jimmy, ballando, la canzone che il grande cantautore di Asti ha dedicato proprio a Jimmy che non c’è più.