REDAZIONE BOLOGNA

Bologna, sgombero Làbas, il sindaco. "Decisione dei pm. Ora nuova sede"

Plauso e sostegno dal centrodestra, Arcigay e Fiom condannano e annunciano nuove iniziative

Scontri in via Orfeo per lo sgombero dell'ex caserma

Bologna, 8 agosto 2017 - Guibilo e sdegno. Hanno una doppia faccia le reazioni allo sgombero dell'ex Caserma Masini che nella mattinata tanta tensione e tafferugli ha causato in pieno centro, zona Santo Stefano (FOTO). Se il centrodestra, infatti, plaude all'iniziativa agostana e, anzi, sventola trionfanti "finalmente", Fiom e Arcigay condanno duramente la decisione.

Il sindaco Virginio Merola invece scarica la responsabilità dello sgombero sulla procura che ne aveva disposto il decreto di sequestro e annuncia di essere al lavoro per trovare una nuova sede a Làbas. Lo sgombero - sottolinea infatti - "segue ad un'autonoma attività della Magistratura sulla quale, nel rispetto dei ruoli e della lealtà tra Istituzioni, non ho titolo per interferire. Ho sempre detto e lo ripeto anche questa mattina che le attività condotte all'interno del centro sociale Làbas meritano attenzione perché sono attività importanti rivolte a fasce della popolazione come i giovani, i bambini e i più deboli. Auspico quindi che si riesca ad avviare un percorso per trovare una soluzione alternativa per il centro sociale, percorso nel quale il Comune  già da tempo è pronto a fare la sua parte".

Di parere opposto il suo ex assessore, Andrea Colombo, che esprime "grande tristezza" su Facebook.  "Non sono in discussione l'illegalità delle occupazioni, né la diversità di compiti di Procura, Prefettura e Questura rispetto al Comune. Ma proprio per questo il punto è un altro: è che la differenza dovrebbe farla la politica".

Nettamente contraria anche Amelia Frascaroli, anche lei assessore nella prima giunta Merola e ora in consiglio comunale. La Frascaroli parla di una "ferita gravissima per le persone, per la città, per tutti noi. La responsabilità è non avere lavorato più in fretta per proteggere e custodire questa esperienza". 

"Dopo anni di attesa e di proteste da parte dei cittadini, finalmente la sede abusiva di Làbas, viene sgomberata", festeggiano invece gli esponenti di Forza Italia Galeazzo Bignami, Marco Lisei, Francesco Sassone, Matteo Nanni e Loris Folegatti. I consiglieri ricordano che un mese fa avevano "raccolto 200 firme e tanti residenti della zona ci avevano parlato di una situazione insostenibile, delle notti insonni a causa del volume alto della musica, delle criticità relative alle condizioni igieniche, della presenza di ratti". "Apprendiamo - proseguono - inoltre che sarebbero stati apposti i sigilli anche al Crash. Finalmente si affrontano questi problemi con la dovuta decisione e risolutezza". 

 Anche Insieme Bologna, la lista di Manes Bernardini, approva "incondizionatamente" lo sgombero di questa mattina. "Non è più tollerabile una situazione di illegalità permanente che perdura oramai dal 2012, aggravata dallo stato in cui si trova lo stabile", fa sapere il capogruppo in Comune Gian Marco de Biase. "Il rispetto delle leggi è e deve essere alla base della società civile".

Di parere totalmente opposto il presidente di Arcigay, Stefano Brugnara. Sgomberare Làbas "è un gravissimo errore, un nuovo strappo al tessuto sociale e culturale della città di cui Labas era un punto di riferimento, una vera e propria eccellenza", scrive su Facebook.

Di "vigliaccata" parla anche la Fiom con il segretario genrale Michele Bulgarelli. "Come Fiom di Bologna - scrive - saremo al fianco dei compagni di Làbas nelle iniziative che saranno messe in campo nei prossimi giorni: ne va della qualità della democrazia in questa città".

La Lega Bologna, invece, festeggia con Francesca Scarano il "ritorno alla legalità dopo tanti, troppi anni di una occupazione e soprusi spacciati per impegno sociale trasversalmente condiviso e sostenuto". Prosegue Lucia Borgonzoni: "Un plauso alle Forze dell'Ordine - prosegue Lucia Borgonzoni - che, con tutto il da fare che ci sarebbe per tenere in sicurezza la città, sono costrette a perdere tempo ed essere offese, insultate e troppo spesso aggredite, da delle persone di cui la città non sentirebbe la mancanza, se decidessero di lasciarla".

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