BENEDETTA CUCCI
Cronaca

’La zona d’interesse’ parte da Bologna

Due statuette dall’Academy per il film distribuito da I Wonder, Romeo: "Un grande successo di pubblico"

’La zona d’interesse’ parte da Bologna

’La zona d’interesse’ parte da Bologna

Due statuette per La Zona d’Interesse di Jonathan Glazer (in visione al Pop Up Cinema Jolly, all’Odeon e da oggi al Bellinzona) nel paniere di I Wonder Pictures, casa di distribuzione bolognese fondata da Andrea Romeo. Domenica notte, con gli Oscar per il miglior film straniero e per il miglior sonoro, è stata festa. E a questo punto, sarebbe molto bello incontrarlo a Bologna, il regista inglese che ha messo in scena in maniera originalissima, dal libro di Martin Amis, la storia dell comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e sua moglie Hedwig, che cercano di costruire una vita da sogno per la loro famiglia in una casa con giardino accanto al campo di Auschwitz. Forte il messaggio di Glazer alla Notte degli Oscar: "Il nostro film mostra — ha detto — fin dove può portare la disumanizzazione nella sua forma peggiore, e come questo abbia plasmato tutto il nostro passato e il nostro presente".

Romeo, tra aspettative e sorpresa, com’è andata?

"Il risultato è stato perfettamente bello e coerente. L’Oscar per il film internazionale era atteso… ma non si sa mai. Siamo anche molto contenti che a questo si sia aggiunto un premio molto saggio e logico, l’Oscar come miglior sonoro. Davano in vantaggio Oppenheimer, e invece un Oscar per un film così fortemente costruito sul sonoro che narrativamente vuol dire un sacco di cose, è un risultato che mi rende molto felice".

Quale sarà il corso del film da adesso in avanti?

"Il film ha fatto un clamoroso terzo weekend di pubblico e sta avendo proprio in Italia una delle più imponenti affermazioni al mondo perché siamo arrivati a 410mila spettatori. È un risultato magnifico per i primi diciotto giorni di programmazione e supera addirittura la Francia, che in termini di mercato è molto più grande, e dove inoltre il film è uscito tre settimane prima".

Un bel risultato anche perché il pubblico sceglie di guardare un film impegnativo e non di andare al cinema per distrarsi.

"Sentiamo che c’è una mole gigantesca di persone che conosce il film e che sta trovando il coraggio di andarlo a vedere. E dico coraggio perché il film dà tantissimo ma richiede anche tantissimo, perché è un’esperienza che non lascia indifferenti. Un film molto contemporaneo nella rappresentazione della mostruosità che gli esseri umani sanno mettere in campo. Un film più al passo coi tempi di quanto non fosse Schindler’s List 30 anni fa. Un film di A24, dettaglio non da trascurare, che parla a chi sa cosa sia la Shoah ma anche a una cinefilia giovane colpita dalla forma cinematografica".