Bologna 7 ottobre 2023 – "La scuola non è un agguato" e il "voto non è un’etichetta o peggio uno stigma". Perciò si cambia. Almeno al liceo Malpighi di via Sant’Isaia, dove la rettrice Elena Ugolini ha coinvolto docenti e studenti nell’ennesima sperimentazione: abolire il quadrimestre e cambiare volto alla valutazione. Il voto rimane, ma sarà accompagnato da un giudizio descrittivo.
Il punto di partenza, per Ugolini, è il tema della valutazione o meglio di come gli insegnanti possono far capire, ai loro alunni, quale lavoro devono compiere per arrivare al traguardo. A gennaio, "con la chiusura del primo quadrimestre, si crea il classico collo di bottiglia", osserva Ugolini. Grandinate di verifiche, interrogazioni a raffica, nozioni ingurgitate a memoria per agguantare il voto.
Con il registro elettronico, poi, ogni cifra piomba sullo studente in tempo reale. Per non parlare dell’esercizio del calcolo della media. Basta, si sono detti al Malpighi "eliminiamo questa strettoia". Così la forca caudine della fine del quadrimestre è saltata e l’anno scolastico, da settembre a giugno, diventa un percorso lungo un anno. E il voto? Resta, ma cambia pelle e diventa "ragionato" o meglio indica al ragazzo la strada da percorrere.
"In questo modo il voto aiuta la consapevolezza dello studente, ne valuta le risorse cognitive, i processi mentali". Per Ugolini, "togliere il quadrimestre permette un lavoro in tempi più distesi che aiuta l’alunno a riflettere e, al contempo, rende la valutazione più trasparente".
Per Marco Ferrari, preside del Malpighi, da tempo, "ci interrogavamo sulle fatiche, la fragilità, l’ansia, lo stress degli studenti e l’incapacità del modo tradizionale di vivere la scuola che, molto spesso, non riesce più a dialogare con il ritmo della vita di tanti studenti e famiglie".
Con l’abolizione del quadrimestre, "abbiamo pensato che trasformare le condizioni di tempo e di spazio potesse innescare un cambio nel modo di programmare, progettare e vivere la scuola. Passare dai quadrimestri a un unico periodo di valutazione significa introdurre un modello con cui distendere e rendere progressiva la proposta didattica senza la "tagliola" di metà anno che, purtroppo, aumenta i voti fuori misura".
Da giugno a settembre, ricorda Ferrari, "i docenti hanno rivisto i piani di lavoro dividendo la proposta didattica in moduli centrati su contenuti, progetti ed eventi che qui sono vissuti come esperienze immersive di apprendimento e di costruzione di relazioni buone".
Dal canto loro i ragazzi "avevano solo una preoccupazione che gli venisse sottratta la pausa tra un quadrimestre e l’altro". Timore archiviato anche perché, sottolinea Ferrari, "l’obiettivo di questa sperimentazione è proprio che ogni giorno, ogni settimana, ogni mese assumano un valore nuovo e reale e che ci sarà la possibilità di vivere in modo più sereno la scuola".
Anche i genitori "hanno obiettato che c’è il rischio di perdere di vista l’andamento dei figli, abbiamo ricordato loro che la scuola non va in vacanza, ci saranno sempre i colloqui coi docenti". Insomma, conclude Ferrari, questa "è una sperimentazione coraggiosa, a fine anno valuteremo insieme com’è andata. Lo scopo, come sempre, è il bene dei nostri studenti".