Il racconto di una Bologna che non fu, di situazioni che nel corso della storia non si sono concretizzate, influenzando comunque la città: il centro sociale CasaLarga di via del Carpentiere ospita un ciclo di tre eventi, l’11, 18 e 25 ottobre, organizzato dal sito di divulgazione storica Commentariolum fondato dal giovane Giacomo Aldrovandi. Verranno analizzati tre momenti storici diversi, con tre narratori tra cui Raffele Riccio, ex docente di storia: dalla Bologna del Liber Paradisus al sacco dei Bentivoglio, al periodo dell’incoronazione di Carlo V d’Asburgo, all’epoca napoleonica, i relatori spiegheranno momenti in cui la città avrebbe potuto aspirare ad un destino diverso, tramite personalità ’sconfitte’ ed occasioni non sfruttate, che hanno comunque lasciato un segno profondo. Perchè, come diceva il filosofo Walter Benjamin, "la storia è tanto lo sforzo geniale dei vincitori, quanto il servaggio degli sconfitti senza nome loro contemporanei".
Aldrovandi, come è nata l’idea di Commentariolum?
"Un anno fa ho voluto creare un sito di divulgazione per creare un ponte tra i ragazzi appassionati di storia e le grandi pubblicazioni: è difficile entrare nel settore, quindi il progetto ha l’obiettivo di essere una palestra di creatività, scrittura e ricerca".
Quanti siete e quali sono le vostre attività?
"Pubblichiamo mensilmente articoli, in stili narrativi differenti da quelli accademici, abbiamo anche un podcast e organizziamo eventi: in tutto saremo circa una trentina, e chiunque voglia unirsi può farlo scrivendo alla mail commenariolvm@gmail.com"
Questo ciclo di conferenze è intitolato ’La Bologna che non fu’: che cosa sarebbe potuto accadere in quegli anni?
"Nel primo incontro di stasera alle 18, con Enrico Spadoni come narratore, analizziamo la Bologna che, tramite la legge Liber Paradisus, fu la prima città in Europa a liberare i servi della gleba. C’era un moto di libertà in atto, che venne però spento dalla successiva aristocratizzazione dei Bentivoglio, e dall’oppressione dello Stato Pontificio con l’entrata in città di papa Giulio II nel 1506 (il sacco dei Bentivoglio). Allo stesso modo, il professor Raffaele Riccio parlerà di una mancata Bologna Capitale: con la duplice incoronazione di Carlo V e Papa Clemente VII de Medici, la città divenne il centro culturale d’Europa, con un afflusso di poeti e scrittori. Poco dopo però Bologna tornò ad essere una semplice provincia dello Stato Pontificio. Il segno di quel momento però, è perdurato per anni nel tessuto cittadino. Infine, io racconterò la storia della famiglia Hercolani come esempio per seguire la narrativa di una Bologna che, con l’arrivo di Napoleone, aveva avuto la possibilità di diventare centro d’Italia. Nel periodo pre-unitario personalità come Mazzini e Garibaldi, avrebbero potuto rendere grande Bologna. Alla fine vinse l’occhio strategico di Cavour, che portò a compimento una ’piemontizzazione’ dell’Italia".