Riscoperta di una storia dimenticata con ‘carrambata’ finale per la mostra che si è svolta alla Casa della conoscenza di Casalecchio in occasione dell’approdo della Coppa Davis nella sede dell’Unipol Arena. Esposizione che ha catalizzato l’attenzione e la curiosità di tanti visitatori e degli appassionati di questo sport che nella cittadina sul Reno vanta anche uno storico circolo. Così, sotto il titolo ‘La grande bellezza del tennis: storia di una fabbrica e dei suoi artigiani’ nella piazza delle Culture si sono potuti ammirare i pezzi che costituiscono una rara collezione di cimeli sportivi vintage realizzati dalla fabbrica Fars, attiva tra Pianoro e Casalecchio dalla fine degli anni ‘50.
Un’avventura imprenditoriale raccontata dal curatore, Salvatore Sodano, che vide protagonista Benedetto Benaglio, pioniere della manifattura di racchette avviata prima a Milano, dove si affermò come produttrice di quelle utilizzate da tutti i campioni italiani dell’epoca. Poi nel Dopoguerra trasferita a Castell’Arquato e quindi, in un susseguirsi di cambio di ragioni sociali e di soci, approdata nel 1959 a Pianoro, dove dall’esperienza e la perizia di artigiani del legno, nasce la Fars: fabbrica artigiana di racchette e sci. Socio fondatore sempre Benedetto Benaglio, che poi trasferì sede e laboratorio a Casalecchio.
Sono gli anni in cui le racchette si realizzavano con strisce di legno di frassino curvate, fibre di cellulosa e corde in budello naturale. Fra i clienti di prestigio il negozio romano di Giulio Pietrangeli, papà del campionissimo Nicola, che commissionava a Benaglio racchette con il marchio proprio. A Bologna il negozio Schiavio.
Tanti i visitatori della mostra che hanno sciolto un mistero relativo all’acronimo Fars, inciso sui cimeli che fanno parte della storia di uno strumento che di lì a poco scoprì materiali avanzati come la grafite, che mandò per sempre in pensione questi racchettoni, ben presenti nella memoria della pluricampionessa Roberta Beltrame, intervenuta alla presentazione ufficiale con il sindaco Ruggeri e il presidente di Proloco Alessandro Menzani. Così l’obsolescenza tecnologica di questi attrezzi sportivi costruiti a Casalecchio, nello stabilimento di via Brigata Bolero, testati con Nicola Pietrangeli, Orlando Sirola e Corrado Barazzutti, portò alla chiusura e all’oblio di una storia raccontata per la prima volta da Sodano. Che lunedì, in fase di disallestimento, ha ricevuto la visita più gradita ed inaspettata: quella di Fatma Benaglio, la figlia 87enne di Benedetto, ancora residente a Casalecchio: "Sono anni che sono alla ricerca dei discendenti di Benaglio, e trovarla qui, parlare con lei, poterle donare una racchetta fabbricata dal padre, è stata una grande emozione". Gabriele Mignardi