Bologna, 29 aprile 2024 – "Negli ultimi 10 anni a Bologna e provincia, nonostante il periodo del Covid, il mondo del terziario ha assorbito diecimila persone. Senza di noi, insomma, ci sarebbe stato un grave problema di disoccupazione...". Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom, risponde ai sindacati che, nei giorni scorsi sul Carlino, avevano messo in evidenza il problema del lavoro povero e dei bassi salari nel turismo, nella ristorazione e nel commercio. Secondo Tonelli, però, se Enrico Bassani (Cisl) e Marcello Borghetti (Uil) "hanno posto dei temi importanti, dal welfare alla necessità di contratti integrativi", restano perplessità sull’analisi di Michele Bulgarelli (Cgil).
Il numero uno della Camera del Lavoro di Bologna, infatti, aveva sottolineato il divario retributivo tra chi lavora in un’azienda automobilistica, ad esempio, e chi in un hotel o in un ristorante. Per Bulgarelli ammonta a oltre 34mila euro lo stipendio medio annuo lordo dei lavoratori del manifatturiero, mentre è di 10.500 per gli addetti di ristoranti e alberghi.
Il numero uno di Ascom, però, contesta tali cifre: "Nel mondo del turismo, quello a cui Bulgarelli fa riferimento è un contratto di 20 ore mensili. Quello a 40 ore arriva a 22mila euro, mentre per il commercio la media annua lorda è di 24mila euro".
Distinguo – rispetto ai sindacati – anche da Loreno Rossi di Confesercenti: "Sul commercio il contratto è stato appena rinnovato. Con un notevole sforzo, come associazioni di categoria dei commercianti siamo riusciti a ottenere aumenti di salario nonostante un mercato in difficoltà, la contrazione dei consumi, la concorrenza sleale dei grandi player del commercio digitale e delle grandi piattaforme".
Senza contare che quando si fa una media degli stipendi "ci sono tanti part time, studenti universitari che fanno solo qualche ora, i lavoratori stagionali...", sottolinea Rossi. Insomma, "una media del pollo", per dirla con una battuta. E la possibilità di avere un salario aggiuntivo con integrativi territoriali o aziendali? "Nel terziario ci sono luci e ombre, c’è stato il Covid, i costi energetici alle stelle, l’aumento del costo dei mutui. Insomma, sui salari integrativi, le nostre imprese non possono più accettare di dare qualcosa a tutti, ma sono favorevoli solo a redistribuire gli utili con chi se lo merita", fa la sintesi il direttore di Confesercenti.
Con una postilla: "Ormai nei pubblici esercizi gli operatori più meritevoli hanno già tutti i superminimi. E anche sul welfare siamo avanti".
Rosalba Carbutti