BENEDETTA CUCCI
Cronaca

La società delle donne. Certosa, voci femminili che hanno fatto la storia

Da Brigida Fava Ghisilieri a Maria Frassinesi, una nuova narrazione . Passeggiata al cimitero monumentale per riscoprire le protagoniste.

Da Brigida Fava Ghisilieri a Maria Frassinesi, una nuova narrazione . Passeggiata al cimitero monumentale per riscoprire le protagoniste.

Da Brigida Fava Ghisilieri a Maria Frassinesi, una nuova narrazione . Passeggiata al cimitero monumentale per riscoprire le protagoniste.

Le epigrafi della Certosa ricordano spesso la donna come moglie, consorte, sposa, sorella. Ma ci sono memorie che ricordano il loro contributo nella società, ed ecco che Brigida, Gualberta, Lina, Tommasina e Maria, per citare alcuni nomi, divengono protagoniste di una storia bolognese poco narrata che oggi alle 15 si potrà ascoltare nella passeggiata condotta da Roberto Martorelli nel Cimitero monumentale. "La passeggiata di due ore – racconta Martorelli – è costruita sulla storia di donne dalla vita singolare, a cominciare da Brigida Fava Ghisilieri che nacque nel 1802 a Bologna e vi morì nel 1906, la cui vita ripercorre tutta l’epopea dell’Unità italiana e a lei è dedicata una epigrafi più lunghe e belle della Certosa dove si legge di lei ‘gentildonna di alti sensi e generosi propositi, liberale devota all’Italia, allora che amarla importava sacrificio’. E prosegue: "Lei si diede davvero tanto da fare per l’Unità e alla festa per la proclamazione del Governo della Province Unite, che si tenne al Teatro Comunale la sera del 3 marzo 1831, fu tra le signore che cantarono i cori del Guglielmo Tell reggendo la bandiera tricolore, era un soggetto molto particolare".

Con la restaurazione del governo pontificio Brigida aiutò gran parte dei proscritti ad emigrare e per questo venne ricordata da Giuseppe Mazzini come "la donna più benemerita della patria nello Stato Romano". Ecco poi Gualberta Alaide Beccari, morta a Bologna nel 1906, la cui tomba è nel chiostro VI, portico ovest. Nata a Padova nel 1842 giovanissima seguì il padre, fervente patriota mazziniano, in esilio a Torino, dove entrò in contatto con l’ambiente repubblicano, fonte primaria della sua educazione e del desiderio di farsi promotrice di una nuova educazione della donna, che doveva passare principalmente attraverso la lettura, tanto che fondò ‘La donna’,’organo degli interessi femminili… l’unico scritto da donne’ che, verso la fine degli anni Settanta dell’Ottocento, con l’arrivo di Gualberta sotto le Due Torri, divenne politicamente impegnato soprattutto sull’attività delle società operaie di ispirazione mazziniana e di conseguenza l’attenzione alla lotta rivendicativa nel mondo del lavoro.

Ecco poi Maria Frassinesi detta Fatima Miris, nata nel 1882, cresciuta nella provincia di Mirandola (di Modena) e morta nel 1954, "artista trasformista famosa in tutto il mondo all’inizio del Novecento che meriterebbe un romanzo o un film, tanto la sua vita fu ricca e avventurosa" afferma Martorelli che la paragona a un contemporaneo Arturo Brachetti per i tanti cambi di costume, ma all’epoca era definita un Fregoli in gonnella. Debuttò al teatro Brunetti (ora Duse) nel 1903. Come scrive Giancarlo Petrini nel volume Il palcoscenico incantato, Fatima Miris si era specializzata in quattro spettacoli d’operetta nei quali interpretava tutti i ruoli, maschili e femminili: La Vedova allegra, La Geisha, Il nuovo Figaro e la Duchessa del Bal Tabarin.