Ormai "Bologna è una grande città metropolitana, in espansione, che ogni giorno viene utilizzata da circa 2 milioni di persone. Noi ci sobbarchiamo tante cose, ma è ora che Bologna attiri l’attenzione che merita". E’ ambizione quella di Matteo Lepore. Una determinazione però suffragata dai fatti: nell’annuale resoconto de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita Bologna è prima per un florilegio di aspetti che farebbero gongolare qualsiasi sindaco. Ce n’è solo uno di aspetto che stona, non inedito, ma intanto chi è sindaco da poco più di un anno vede Bologna risalire di cinque posizioni, dal sesto al primo posto. "Certo, è una conferma dopo il 2020, in seguito ai due anni di pandemia abbiamo recuperato sui servizi e Bologna si presenta come una città solida a livello metropolitano. Ci fa piacere".
Sindaco, cosa le dicono in filigrana questi dati?
"Ci sono anche indicazioni per il futuro. Dovremo essere in grado di mantenere questo standard. L’economia di tutta l’area metropolitana sta cambiando, abbiamo la crescita dell’inflazione, la crisi energetica e la necessità di mettere in campo nuovi servizi sulla sanità. Tutti fronti di cui ci stiamo occupando".
Dopo un anno di amministrazione della sua giunta alcuni indici sono migliorati, c’è un aspetto più importante da sottolineare secondo lei?
"Sia l’anno passato, sia quest’anno abbiamo preteso di approvare il bilancio entro il 31 dicembre, volevamo mantenere una buona capacità di spesa. Di più, volevamo dotare la città di uno scudo contro le difficoltà di questo periodo, pur irrobustendo alcuni servizi. Questa mossa ci ha permesso, subito dopo le elezioni, di mettere in campo delle misure dove serviva. Altre città, probabilmente, sono rimaste schiacciate un po’ dalla mancanza di risorse, un po’ dal caro-energia. Mentre la nostra Città metropolitana, negli anni passati, aveva dimezzato il debito".
Resta però il tarlo della ‘Sicurezza’, ancora una volta.
"E’ un dato che non tiene conto della realtà, perché crimini e denunce sono parametrati sui cittadini e non su una città vissuta ogni giorno da ben più persone, tra turisti e lavoratori. Siamo invece una città in espansione, dove tante istanze sociali trovano risposta, a differenza di altrove. Bologna è anche una bussola rispetto a quanto sia in difficoltà il resto del Paese, ma stiamo crescendo e credo che meritiamo maggiore attenzione a livello nazionale per il ruolo che svolgiamo. Parlo per esempio del diritto alla casa, e parlo anche della sicurezza: la spesa non può essere pro-capite, ma commisurata ai city users, alle persone che utilizzano giornalmente la città".
E’ una richiesta di maggiori fondi al governo?
"Tra Passante e fondi europei su Bologna arriveranno 8 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Quindi non mi sto lamentando, sto solo dicendo che siamo disponibili a ragionare con le istituzioni perché Bologna sta diventando anche una città d’affari, che cresce con nuove opportunità di studio e lavoro per italiani e stranieri, che viene attraversata ogni giorno da circa 55 milioni di passeggeri. E che di conseguenza si porta dietro i nuovi problemi del mondo".
Ecco, in testa c’è l’emergenza casa. I prossimi passi?
"Non deve esserci un conflitto tra turista e cittadino, noi vogliamo semplicemente una casa per tutti con salari accessibili, mentre ultimamente nuove aziende che hanno investito in città hanno portato salari alti, che hanno avuto il loro riverbero sul costo degli affitti. La nostra è una città molto attrattiva, si pensi solo oggi al super computer e al Tecnopolo, ma non dobbiamo correre il rischio che si allarghi la forbice, che deve rimanere stretta. Imprese e centri di ricerca stanno tirando Bologna su, come driver del futuro, ne abbiamo bisogno. La torta quindi si deve allargare, una Bologna più povera ha meno per tutti".
Tornando alla casa?
"E’ sicuramente un elemento critico, ma le ribadisco un dato: il 75% dei bolognesi possiede una casa di proprietà. Quindi stiamo parlando di un problema che tocca fasce in difficoltà economica o che sono alla ricerca. Ho comunque già annunciato un nuovo piano casa, con affitti più inclusivi".
Infine il rapporto con Firenze, terza in classifica. Siete una nuova area d’influenza?
"L’accordo stretto tra Bologna e Firenze è chiaro, siamo due aree in crescita che come city users valgono Milano e Roma. Il nostro impegno su lavoro, lotta alle disuguaglianze, transizione ecologica è solo all’inizio".