di Alessandro Gallo
La festa di compleanno, ancorché in periodo Covid, sarebbe in programma domenica. Ma la Sef Virtus, che celebra i 150 di vita, comincia già oggi, con una mostra fotografica all’interno del Teatro romano, in via de’ Carbonesi 7. Un luogo che sarà utilizzato come ‘temporary shop’, per l’acquisto di materiale bianconero. Un’immersione in un mondo incantato e una serie di emozioni legate alle discipline più diverse anche se, il basket e i canestri avranno una bella evidenza. La mostra, curata da Marcello Maccaferri e Nicola Raule, resterà aperta almeno fino a domenica, dalle 10 alle 20 (e certamente fino a venerdì si può visitare ‘in presenza’), ma è stata pensata come un qualcosa di itinerante che, nel corso di questo 2021, potrebbe portare gli eroi e le glorie della V nera al PalaDozza o a Palazzo d’Accursio. O anche nella palazzina che ospita la Virtus Tennis, in via Galimberti.
Una quarantina i pannelli che partono dal papà della Virtus, quell’Emilio Baumann che, il 17 gennaio 1871, ebbe l’idea di una polisportiva, ben prima che, nell’Europa moderna, si tornasse a parlare di Giochi Olimpici. Sef Virtus in anticipo persino sulle Olimpiadi di Atene 1896, per capire quale impatto abbia avuto la polisportiva nel cuore della città. Insieme con Emilio Baumann ci sarà Ondina Valla, che in realtà si chiamava Trebisonda e, parlando di Giochi, fu la prima italiana, nel lontano 1936, a Berlino a vincere l’oro sulla distanza degli 80 ostacoli.
Sempre restando nel mondo dell’atletica ecco Pino Dordoni. E se tutti, o quasi, conoscono la storia della Virtus e dei suoi successi nella pallacanestro, ecco lo spazio dedicato a un’altra Virtus, quella del volley, capace di trionfare per due anni di fila, a metà degli anni Sessanta.
Preferite il tennis? Via con Beppe Merlo e il gigante Orlando Sirola. E, venendo a tempi più recenti, Omar Camporese e Raffaella Reggi. Possibile dimenticare la scherma? Mai, grazie a Giampaolo Calanchini, che della Sef fu anche presidente (ruolo occupato ora da Cesare Mattei, con Angelo Forni come numero uno onorario) oltre che gloria olimpica con una sciabola tra le mani.
Ci sono i canestri, dicevamo. C’è la chiesa sconsacrata di Santa Lucia che, prima di diventare Aula Magna dell’Alma Mater Studiorum è stata teatro di tante battaglie. E ancora gli impianti, vecchi e nuovi visti dall’alto, che fanno capire com’è cambiata Bologna. Ci sono i tre ragazzi ai quali la Virtus ha ritirato la maglia per sempre: Roberto Brunamonti (4), Sasha Danilovic (5) e Renato Villalta (10). E poi Ettore Messina, il compianto Alberto Bucci e Dan Peterson che che sabato scorso ha compiuto 85 anni. Ci sono Charlie Caglieris e Marco Bonamico, c’è Gigi Serafini al PalaDozza: il tempo per prendere fiato e ripensare con nostalgia ai bei tempi passati. Anche quelli più recenti, con il Grande Slam del 2001 o all’arrivo, negli ultimi tempi, di due assi del calibro di Milos Teodosic e Marco Belinelli.
Semplicemente la Sef Virtus.