Scoprì l’antibiotico ben trentatré anni prima di Fleming. I suoi studi però rimasero sempre chiusi in un cassetto: è la storia di Vincenzo Tiberio, medico italiano della Marina militare. Un ’Nobel mancato’ come lo definisce il titolo del volume scritto dalla giornalista Tiziana Lupi (ed Minerva), presentato ieri al Grand Hotel Majestic; Tiberio analizzò alcune muffe e ne scoprì il potere antibiotico, osservando il pozzo d’acqua della sua famiglia ad Arzano, nel napoletano: si rese conto che ogni volta in cui le muffe sulle pareti venivano rimosse, tutte le persone del paese venivano colpite da infezioni intestinali. Da lì l’intuizione che le muffe potessero essere efficaci contro i batteri, a cui seguì un suo articolo scientifico che venne pubblicato nel 1895 negli ’Annali d’Igiene Sperimentale’.
Perché si parla dunque di Nobel mancato? Gli studi del medico italiano erano ancora embrionali, e successivamente abbandonò l’università per la carriera militare, che intraprese per fuggire dall’amore che provava per la cugina Amalia. Fleming e colleghi però lessero le conclusioni di Tiberio, che furono un fondamentale punto di partenza per la grande scoperta della penicillina: "È la dimostrazione di quanto sia complesso il mondo della ricerca: anche se il riconoscimento massimo è di Fleming, il merito non è mai di un singolo, c’è sempre dietro un lavoro di squadra" sottolinea Paolo Bordon, direttore generale Ausl Bologna. A voler riprendere la storia dell’uomo sono stati i nipoti, che hanno gelosamente custodito i suoi diari, e li hanno donati all’autrice, affinché venga riconosciuto a Tiberio il valore che merita: tra loro anche Giulio Capone, lui stesso medico, che ieri ha dichiarato: "Vorrei che mio nonno fosse ricordato come un uomo umile e semplice". Nel libro Tiziana Lupi infatti racconta la sua straordinaria scoperta ma anche l’amore per Amalia, aggiungendo anche la sua stessa esperienza di ricerca delle fonti, in un intreccio tra una biografia e un reportage giornalistico: "Di lui mi ha colpito il connubio tra ricercatore geniale e uomo come tanti, che ha sofferto per amore e ha vissuto momenti complessi" conclude la giornalista. Una storia straordinaria, su cui ora si sta lavorando per trasformarla in film o serie tv.
Alice Pavarotti