La scalata dell’Everest sulle strade del Corno

Tre amici cicloamatori sabato saliranno la strada da Farnè alla Madonna dell’Acero 19 volte per raggiungere 8848 metri di dislivello

La scalata dell’Everest sulle strade del Corno

Enrico Pasini, 43 anni, operaio e cicloamatore

Enrico Pasini, operaio e cicloamatore di 43 anni, e i suoi due amici Matteo Corsini e Felice Spedicato si sono messi in testa di salire l’Everest in bicicletta. E l’hanno trovato alle pendici del Corno. Sabato mattina alle 10 da Farnè prenderà il via la loro impresa o, per la precisione, il loro tentativo di Everesting.

Signor Pasini, di cosa si tratta?

"Bisogna raggiungere la quota dell’Everest, ovvero 8848 metri di dislivello positivo, salendo e scendendo dalla stessa salita. Nel nostro caso dovremo ripetere il tragitto da Farnè alla Madonna dell’Acero per 19 volte, andata e ritorno: la distanza è di 8,5 chilometri per 466 metri di dislivello ogni volta".

E quanto tempo pensate di metterci?

"Abbiamo stimato circa 24 ore".

È molto o poco?

"Sarebbe buono, ma quelli più forti ci mettono meno".

Lei però nella vita fa l’operaio, mica il ciclista professionista. E i suoi amici?

"Matteo è un vigile del fuoco e Felice fa il magazziniere".

Ma lei ha già fatto qualcosa del genere?

"Per me e Matteo sarebbe la prima volta, mentre per Felice se lo conclude sarà il suo quarto Everesting. Io faccio delle gran fondo, giri di 10-12 ore ne ho fatti già".

Lei è sposato?

"Sì, ma lei non va in bicicletta".

E che ne pensa di questo sua moglie?

"Le nostre moglie sono entusiaste delle nostre imprese... (ride, ndr)".

Pensate di andare ognuno per i fatti suoi o tutti insieme?

"L’idea è quella di andare in gruppo, piano piano, per partire insieme e arrivare insieme".

Scaramanzie?

"Nessuna, a parte quella di non guardare le previsioni meteo".

Avrete assistenza lungo il tragitto?

"Sicuramente avremo due auto di assistenza in cima e in fondo, più una casa di appoggio per cambiarci, dato che di notte farà freddo. Durante la prova si può mangiare ma è vietato dormire. Venerdì vado a preparare il percorso appendendo alcuni striscioni che ricordano alcune persone morte in bicicletta negli ultimi anni, fra cui Michele Scarponi e Loredano Comastri, che era nostro amico nel Circuito dei santuari dell’Emilia Romagna".

Il traguardo finale sarà a Madonna dell’Acero?

"Sì, ma se ce la facciamo proseguiremo in salita verso il Corno fino alla base delle piste da sci, dove finisce la strada. Per questo abbiamo chiamato l’impresa ’Everesting e un Corno’".

E quale sarà il premio?

"Abbracciarci tutti e tre".

Di chi è stata l’idea?

"L’idea è venuta a me perché amo il Corno e vado su da quando sono nato. Ora però mi è stato diagnosticato un problema ereditario al cuore e il cardiologo mi ha detto di rallentare un po’ con la bicicletta. Allora mi sono detto: ’Ok, prima di iniziare a calare voglio fare questo’".

Enrico Barbetti