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Rivolta nel Pd, Di Noi scuote il partito: "Basta fare melina, i dirigenti hanno fallito"

Il dem lancia ’Rigenerazione’, gruppo di amministratori e dirigenti locali: "Soffocati da chi vuole lo status quo. Assurde le primarie fra 5 mesi"

Davide Di Noi

Davide Di Noi

Bologna, 30 ottobre 2022 - "Basta correnti e tatticismi. Il Pd vive in un mondo parallelo: deve riconnettersi con la realtà e smettere di fare melina". Davide Di Noi (nella foto), bolognese, 32 anni, membro della Direzione nazionale del Pd, scuote il partito dopo la Direzione che ha dettato regole e data delle primarie (il 12 marzo) e lancia ’Rigenerazione’. Sabato 5 novembre alle 11 ai Giardini Margherita un gruppo di amministratori locali – quasi tutti tra i 30 e i 40 anni, prevalentemente emiliano-romagnoli – chiederà un cambio di passo. Rapido, veloce, che guardi a un nuovo gruppo dirigente, visto che "quello che c’è oggi ha fallito" su tutta la linea.

I ‘ribelli’ dem non fanno endorsement (per ora), ma il profilo ideale su cui convergere per il dopo-Letta pare proprio quello del governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

Dica la verità: rinascono i rottamatori di epoca renziana?

"No. Renzi ha parlato di rottamazione senza farla. I dirigenti che c’erano con lui, con Bersani, Zingaretti e Letta sono sempre gli stessi. E sono ancora nelle loro posizioni di primo piano. Non vogliamo rottamare i singoli, ma rigenerare il partito, partendo dalle persone nei territori che hanno a cuore il Pd, ma che da troppo tempo restano soffocate da chi vuole mantenere lo status quo".

Non vuole rottamare i dirigenti, ma mandarli a casa? Enrico Letta compreso?

"Devono fare un passo indietro. Non ce l’ho tanto con Letta, ma con tutti coloro che vogliono portare avanti il congresso non per costruire un nuovo partito, ma per continuare a gestire la partita, mettendosi d’accordo fra capi corrente su una candidatura. Questo significa non voler bene al Pd".

I tempi del congresso vi vanno bene?

"Cinque mesi, mentre Giorgia Meloni ha fatto il governo in trenta giorni, sono un’eternità. Non è il momento di fare melina: mentre noi discutiamo di forma-partito, nei territori chiedono ai sindaci e agli amministratori risposte sulle bollette...".

Le primarie il 12 marzo sono troppo avanti?

"Non dico che bastino due settimane. Ma fra cinque mesi e quindici giorni una via di mezzo ci sarà. Non lo diciamo solo noi, ma la pensano così anche tanti iscritti Pd, gente che ci vota. Non è più possibile basarci su regolamenti da partito del Novecento...".

Non è che ’Rigenerazione’ diventerà una nuova corrente?

"Macché. Siamo un centinaio di amministratori e dirigenti, quasi tutti emiliano-romagnoli, come il vicesegretario dem di Bologna Matteo Meogrossi, la vicecapogruppo Pd in consiglio comunale Giorgia De Giacomi, Matteo Cavalieri di Arcigay, i sindaci di San Giorgio di Piano e Castel Maggiore Paolo Crescimbeni e Belinda Gottardi, ma stanno aderendo anche altri dem da tutta Italia".

Tra le novità c’è quella di aprire a nuovi iscritti fino all’ultimo momento utile...

"Giusto che il Pd punti ad avvicinare più persone possibili. Mi spaventa che si faccia ora per aprire ad altri gruppi dirigenti, penso a quelli di Articolo 1, che entrano nel nostro partito. Visti i tempi, mi pare un modo per permettere anche a chi non è attualmente iscritto al Pd di correre per il dopo-Letta".

Si riferisce a Elly Schlein?

"Elly è stata vice presidente della regione e ha corso come indipendente nelle fila Pd. Se si iscriverà ai dem sono contento. Ma spero che il prossimo segretario nazionale Pd lo si cerchi dentro il partito. Che, qui, a Bologna e in Emilia-Romagna vive ed esiste".