REDAZIONE BOLOGNA

La rete dei cattolici in città: "Uniti per non sentirci soli. Comunali, noi ci siamo"

Diaco, consigliere civico di ’Anche tu Conti’: "Dobbiamo tornare a essere un traino. Il Terzo Polo è svanito, una costola moderata è utile al centrosinistra".

Filippo Diaco, consigliere civico del gruppo ’Anche Tu Conti’, è stato il numero uno delle Acli bolognesi

Filippo Diaco, consigliere civico del gruppo ’Anche Tu Conti’, è stato il numero uno delle Acli bolognesi

Grandi manovre al centro. Dopo gli appuntamenti di Orvieto, Milano e Trieste c’è un grande fermento nel mondo cattolico. Con uno sguardo ai prossimi appuntamenti elettorali del 2027: le elezioni politiche e comunali. Filippo Diaco, consigliere comunale del gruppo ’Anche tu Conti’, forza nata dopo la candidatura alle primarie del centrosinistra dell’ex sindaca di San Lazzaro Isabella Conti, oggi assessora regionale al Welfare, guarda con favore a questi movimenti. E da ex numero uno delle Acli bolognesi, potrebbe essere uno dei nomi chiamati a rafforzare "al centro" la futura coalizione di centrosinistra a sostegno del bis del sindaco Matteo Lepore. Ragionamenti che Diaco, per ora, lascia da parte: "Non so se ci sarà un coinvolgimento della componente civica. Ma se dovesse arrivare un invito, ci sono. E non mi tiro indietro".

Come giudica questo fermento del mondo cattolico?

"Positivo. Ho aderito alla rete degli amministratori nata dalle Settimane Sociali dei cattolici a Trieste perché provengo dal mondo dell’associazionismo cattolico, ma anche per altre ragioni profonde. Oggi è anacronistico pensare a un partito dei cattolici. Quel tempo è passato. Oggi i cattolici sono presenti in tutti i partiti e le parti politiche. Tuttavia, sono sempre una minoranza, talvolta una corrente tra le correnti, a volte sono del tutto soli. È una sensazione che sperimento anch’io nel mio impegno politico".

Si sente ’isolato’ nella maggioranza?

"Beh, capita di non concordare con alcune posizioni della nostra parte politica, soprattutto sui temi etici. Sono dell’idea che, come nelle aziende si fa il greenwashing, nelle liste elettorali si faccia del Catholic washing, senza un vero interesse ad abbracciare quegli ideali o a fare eleggere quei candidati. È ora di sfatare una leggenda: molti cattolici non votano più per candidati cattolici. Votano su base ideologica, ma con un’attenzione che non è più quella al bene comune inteso dalla dottrina sociale. D’altra parte, votare per un certo buonismo mainstream è meno scomodo, mentre i cattolici un po’ scomodi lo sono sempre...".

Milano, Orvieto e Trieste sono esperienze per sentirsi meno isolati?

"Tramontata anche l’idea di una lobby dei cattolici, non resta che provare a condividere idee e buone pratiche con altri amministratori nella nostra stessa posizione. Nella rete di Trieste ci sono anche le associazioni da cui proveniamo e che ci sostengono: vogliamo cercare di non lasciare soli gli amministratori cattolici nel loro mandato".

Qual è l’obiettivo?

"Tornare a parlare di temi. Nella rete di Trieste ci sono amministratori di destra e sinistra, ma siamo consapevoli che si debba lavorare insieme su certe questioni: emergenza abitativa, volontariato, welfare, la pace. Vogliamo che i cattolici tornino a essere un traino. Che sappiano distinguersi con proposte vere e forti. Nessuna operazione nostalgia, ma idee nuove".

Resta nel centrosinistra? Entra nel Pd? Pensa a una costola moderata della coalizione?

"Sono e resto un amministratore di centrosinistra".

Conti è tornata nel Pd...

"Non sono interessato. Punto a creare con altri una rete civica fuori dai partiti. Potrebbe essere utile. Anche per la coalizione di centrosinistra, visto che la compagine di centro, il Terzo Polo, è svanita".

Ci sono movimenti in corso in città?

"L’obiettivo di tutti, credo, sia allargare la coalizione mettendo insieme vari mondi. Una reunion di queste anime, però, ancora non c’è... ci lavoreremo".

Rosalba Carbutti