ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

La resa dei conti Pd. Meogrossi critico: "Troppe nubi e divisioni. Qualcosa è andato storto"

Ballottaggi, il vicesegretario critica la gestione della Federazione "Serve subito una riflessione, non si metta la polvere sotto il tappeto. Il partito nazionale ha vinto ovunque, c’è un’anomalia proprio a Bologna".

La resa dei conti Pd. Meogrossi critico:: "Troppe nubi e divisioni. Qualcosa è andato storto"

La resa dei conti Pd. Meogrossi critico:: "Troppe nubi e divisioni. Qualcosa è andato storto"

Bologna, 26 giugno 2024 – "Dopo i ballottaggi si deve riflettere su ciò che è accaduto. Non si può mettere la polvere sotto il tappeto e dire che non c’è alcun problema. La discussione nel gruppo dirigente Pd non si può più rimandare, ci sono nubi che ci hanno danneggiato". L’analisi di Matteo Meogrossi, vicesegretario provinciale del Pd, dopo la sconfitta dem a Castel Maggiore e Pianoro, roccaforti rosse dal dopoguerra, preannuncia una resa dei conti nella Federazione di Bologna guidata da Federica Mazzoni.

Dica la verità, il redde rationem è in arrivo?

"Quello che è emerso dai ballottaggi non è un risultato accettabile. Il Pd ha preso il 45 per cento alle Europee in provincia e nello stesso momento va al secondo turno. Non si può scaricare la responsabilità sui dirigenti territoriali, parliamo di Comuni ben amministrati. Il gruppo dirigente del Pd non può più rimandare la discussione visto che a breve c’è la scadenza delle regionali. Inutile girarci attorno: la guida del Pd nazionale funziona, grazie a Elly Schlein e Stefano Bonaccini, qui, invece, qualcosa è andato storto".

Pensa che serva un cambio di leadership?

"Nel nostro territorio il partito è diviso, disomogeneo, mentre il partito nazionale miete grandi successi vincendo in tutti i capoluoghi di regione ed è unito come non lo era da tempo. Diciamo che c’è una sorta di anomalia bolognese. E tutto deriva da un partito che non è coeso".

Lei, da numero due della Federazione di Bologna, non poteva incidere nella gestione di queste amministrative?

"Non ho preso parte alla regia più ristretta del percorso amministrativo, perché non c’è stato un coinvolgimento diffuso di tutto il gruppo dirigente, tema dirimente per le prossime regionali".

A Casalecchio, però, nonostante le lotte fratricide e le divisioni, avete comunque vinto...

"Nei ballottaggi ci sono state luci e ombre. E Casalecchio è stata, ovviamente, una luce. In realtà si è raccontato di un partito diviso, ma il grosso dei dem si è compattato attorno al neo sindaco Matteo Ruggeri, salvo qualcuno che, invece, si è schierato contro. Se poi guardiamo i dati Pd, quelli di Casalecchio rispecchiano quelli delle Europee. Però, ripeto, c’è poco da festeggiare: abbiamo perso Castel Maggiore e Pianoro, dove mai eravamo stati sconfitti, oltre a Molinella e Malalbergo. C’è, insomma, per il Pd un campanello d’allarme in provincia".

Il partito è troppo ’bolognacentrico’?

"Il mondo Pd non si ferma sotto le Due Torri. Dobbiamo fare attenzione alle periferie della provincia, la montagna e la pianura. Senza mobilitazione in quelle zone c’è il rischio di perdere. Sugli otto comuni sopra i 15mila abitanti che amministravamo, ne abbiamo persi tre, perdendo un terzo dell’elettorato".

La particolarità delle sconfitte è che a vincere non è il centrodestra ma liste civiche con pezzi di centrosinistra.

"Al netto dei retropensieri su entrambi i comuni sconfitti, prendo atto che le prime dichiarazioni di gioia per Vecchiettini e Vignoli sono arrivate dal centrodestra. Sappiamo bene che le liste civiche giocano su più fronti, strizzando l’occhio anche al Pd".

Secondo alcuni, in queste sfide pezzi di Pd avrebbero remato contro. È così?

"Il Pd non è stato unito. Ci sono state nubi che ci hanno danneggato...".

Altre nubi ci sono state anche nei confronti di amministratori Pd a Bologna, come visto con il caso Besta...

"Ho già espresso la mia solidarietà all’assessore Simone Borsari, ha fatto bene il sindaco Matteo Lepore a chiedere più tutela alla sua giunta".