CHIARA CARAVELLI
Cronaca

La rabbia dei sindacati: "Oggi sciopero di 8 ore. Non è una tragica fatalità. Basta morti sul lavoro"

I rappresentanti delle tute blu chiedono un tavolo metropolitano: "Sicurezza al centro. Le multinazionali non sono esenti da rischi". E la Fiom annuncia che si costituirà parte civile al processo. .

La rabbia dei sindacati: "Oggi sciopero di 8 ore. Non è una tragica fatalità. Basta morti sul lavoro"

I rappresentanti delle tute blu chiedono un tavolo metropolitano: "Sicurezza al centro. Le multinazionali non sono esenti da rischi". E la Fiom annuncia che si costituirà parte civile al processo. .

Otto ore di sciopero previste per oggi e la richiesta che la sicurezza sul lavoro venga messa al centro del dialogo con le istituzioni e gli industriali a livello metropolitano. Sono i punti chiave su cui hanno insistito i sindacati metalmeccanici di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil dopo la tragedia di mercoledì pomeriggio alla Toyota Material Handling di Borgo Panigale, dove un’esplosione al capannone del magazzino ha causato la morte di due operai, Fabio Tosi e Lorenzo Cubello, e il ferimento di altre 11 persone.

"Il tema sicurezza – così il segretario provinciale Fiom, Simone Selmi – va affrontato in modo sistematico. Non possiamo pensare che nell’era digitale siamo ancora di fronte a episodi di questo tipo. Abbiamo necessità di porre un freno, ma anche di costruire un meccanismo di sistema che preveda la partecipazione di istituzioni, organizzazioni di impresa e sindacali per alzare il livello di attenzione". Motivo per cui nelle prossime ore si chiederà "la convocazione del tavolo sulla sicurezza della Città metropolitana, allargando a tutti quei soggetti che hanno fatto sì che il sistema relazione di questo territorio sia tra i più avanzati d’Italia".

Nell’annunciare che Fiom-Cgil si costituirà parte civile al processo, Selmi ha sottolineato come "quello che è successo ieri (mercoledì, ndr) non è una tragica fatalità". I rappresentanti metalmeccanici hanno poi chiarito che lo sciopero già previsto per ieri, due ore in uscita, "non c’entrava con quello che è successo" ma era legato ad altre problematiche relative alla sicurezza sul luogo di lavoro come ad esempio, ma non solo, l’ergonomia delle postazioni. Per i sindacalisti, quindi, servono immediati e concreti investimenti sulla sicurezza perché "non si può pensare che i metalmeccanici possano non tornare a casa la sera".

Parlando degli scioperi, il segretario della Fim-Cisl Massimo Mazzeo, ha sottolineato come servano sempre "perché non dobbiamo abituarci a morti e feriti".

Nel caso di Toyota "non siamo nella catena degli appalti – dice – ma questo dimostra che anche le multinazionali non sono esenti da rischi, chi ha fatto la valutazione dei rischi ha valutato le conseguenze che poteva avere una esplosione come quella? Mi fa arrabbiare chi parla di fatalità".

Roberto Ferrari della segreteria Uilm, da parte sua, segnala che il gruppo Toyota "ha sempre investito, se qualcuno ha sbagliato sarà la giustizia a fare il suo corso, ma quello che si può fare è migliorare le relazioni, l’azienda deve avere più fiducia e maggiore coinvolgimento dei rappresentanti sindacali nella sicurezza". Sulla tragedia allo stabilimento di Borgo Panigale è intervenuto anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "Trenta o quarant’anni fa – le sue parole – il metodo Toyota nel mondo era stato considerato uno di quelli centrali, di un’impresa all’avanguardia, con zero infortuni e morti. Vuol dire che, nel frattempo, si è fatta strada l’idea per cui la sicurezza è un costo, non un vincolo di organizzazione sul lavoro. Infortuni e malattie professionali sono in aumento senza precedenti. E i provvedimenti, quando vengono fatti, sono burocratici e non aiutano".