Sindacati sulle barricate dopo la morte di Attilio Franzini, l’operaio di 47 anni morto a San Giorgio di Piano, investito da un treno. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero di due ore per martedì, alla fine di tutti i turni di lavoro per manutenzioni ferroviarie, per il settore edile e metalmeccanico. Alle 17 ci sarà un presidio alla stazione di Bologna dove sono invitati lavoratori, pensionati, cittadini e istituzioni. "Diciamo basta a un sistema produttivo dove i morti sul lavoro sono un ‘rischio calcolato’ nel sistema di appalti e subappalti", dicono i sindacati.
Michele Bulgarelli, segretario generale della Cgil di Bologna, mette l’accento sulla protesta: "È importante che dopo un infortunio mortale il mondo del lavoro si fermi con lo sciopero. L’abbiamo fatto un anno fa, dopo un infortunio mortale in aeroporto, poi in primavera, dopo la strage di Suviana, e anche tre anni fa, dopo la tragedia del ventiduenne Yaya Yafa all’Interporto". Da qui, il numero uno della Camera del Lavoro bolognese, chiede uno stop alle "morti di appalto. C’è un velo di non chiarezza da dissipare, ma resta gravissimo che qualcuno, anche tra le alte cariche dello Stato o di RFI (Rete ferroviaria italiana), cerchi di addossare le responsabilità al lavoratore". Per Bulgarelli, al contrario, "le responsabilità vanno assunte dagli esponenti di governo", sottolineando, poi, la necessità che "vengano considerati dei divieti di lavoro sotto la pioggia battente o quando c’è scarsa visibilità. Le morti sui binari ci dicono che i tempi troppo stretti dati dal committente per le attività di manutenzione portano a lavorare in fretta o in condizioni di scarsa sicurezza".
Enrico Bassani, segretario metropolitano della Cisl, sottolinea "il senso di impotenza di fronte alle vittime sul lavoro. E al di là dei gesti simbolici, come lo sciopero, non si riesce a incidere per sradicare questo problema. In attesa di capire velocemente che cosa sia successo, il dato di fatto è che nel nostro territorio si muore di lavoro. E ogni tragedia non è accomunabile all’altra, salvo per una base di fondo: i lavori in filiera di appalto". Intenzione di Bassani non è demonizzare, ma "mettere al centro questo tema con il quale dobbiamo confrontarci tutti". Infine, un appello, mentre infuriano le polemiche politiche per l’incidente e gli attacchi al governo: "Queste discussioni servono non al mondo sindacale che rappresento. I problemi vanno affrontati nel merito, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione".
Riflettori accesi su ciò che è successo da parte della Uil, con il segretario generale dell’Emilia-Romagna Marcello Borghetti: "Un’altra persona morta sul lavoro. Un altro lavoratore di un’azienda in appalto. Un’altra tragedia che devasta una famiglia. Non accettiamo che sia ’normale’ morire sul lavoro, per questo abbiamo proclamato uno sciopero, per non spegnere le luci su questa mattanza che vede quasi mille morti ogni anno. Nel nostro Paese non si fa abbastanza: la patente a punti limitata all’edilizia, calcola in venti punti la vita di una persona; è inaccettabile, quando muore una persona per dolo, per la Uil è omicidio e l’azienda deve chiudere. Servono processi veloci e un cambio di passo". Da qui, Borghetti fa appello al governo "a investire in più ispettori, piu controlli e più sanzioni, le chiacchiere non salveranno una sola vita. Il profitto non può prevalere sulla vita delle persone".
ros. carb.