CHIARA GABRIELLI
Cronaca

La prescrizione salva tutti. Prosciolti gli antagonisti saliti sul tetto del Comune

Protesta di Asia-Usb nel 2016 per lo sgombero di un edificio in via Irnerio. Tra gli imputati gli ex candidati governatori Marta Collot e Federico Serra.

Protesta di Asia-Usb nel 2016 per lo sgombero di un edificio in via Irnerio. Tra gli imputati gli ex candidati governatori Marta Collot e Federico Serra.

Protesta di Asia-Usb nel 2016 per lo sgombero di un edificio in via Irnerio. Tra gli imputati gli ex candidati governatori Marta Collot e Federico Serra.

Tutti prosciolti gli attivisti che erano saliti sul tetto del Comune di Bologna per protestare contro lo sgombero di un immobile occupato, in via Irnerio 13, di proprietà dell’Ausl, dove avevano trovato rifugio anche famiglie con bambini, immobile che era stato sottoposto a sequestro. La vicenda risale al 2016, quando il sindacato Asia-Usb aveva messo in atto una forte protesta. Reato prescritto per i 14 imputati, ieri davanti al Collegio dei giudici. "Sono stati tutti assolti – commenta con soddisfazione l’avvocato Marina Prosperi –, avevano messo in atto un’occupazione simbolica del tetto del Comune, era stata contestata una resistenza in forma semplice. Questa storia poteva essere già chiusa anni fa e invece è stata trascinata davanti al Collegio, fino a oggi". L’udienza ieri è stata seguita dall’avvocato Giulia Lonoce, collega dell’avvocato Prosperi. L’esito del processo "dimostra che certi procedimenti non hanno niente di criminale-offensivo, fatti che non dovrebbero neanche andare sul penale". Tra gli imputati figuravano anche Marta Collot (che è stata candidata alla carica di governatore dell’Emilia-Romagna con Potere al Popolo) e Federico Serra (anche lui candidato alla presidenza della Regione, con la Sinistra radicale). I manifestanti erano saliti sul tetto che si affaccia sul cortile di Palazzo d’Accursio, il 21 e 22 aprile 2016, finché non avevano ottenuto un incontro con l’assessore Riccardo Malagoli. Erano stati identificati dalla Digos e indagati. Il Collegio ha dichiarato prescritta l’accusa di resistenza, dopo che gli altri reati contestati (interruzione di pubblico servizio, lesioni, danneggiamento e manifestazione non autorizzata) erano stati già dichiarati prescritti in udienza preliminare. L’accusa di resistenza resisteva perché era stata contestata, in un secondo momento, l’aggravante del fatto commesso da più di dieci persone, ma le legali degli attivisti, Prosperi e Lo Noce, si erano opposte. E ieri i giudici hanno dichiarato la prescrizione anche per questa accusa. "Il processo è finito, ma rimane il problema abitativo – scrive Usb Bologna, in una nota diffusa ieri –. Continua a essere sostenuto dall’amministrazione comunale un continuo e inutile consumo di suolo – incalzano gli attivisti –. La fotografia di Bologna è quella oggi di una città che ha trasformato il diritto alla casa per tutti in un lusso per pochi e un dramma per molti: tra la difficoltà a trovare alloggi e gli affitti che coprono ormai quasi la totalità dello stipendio rendono la città inaccessibile per i lavoratori e le lavoratrici". Le soluzioni proposte: "Requisizione dello sfitto privato in mano ai grandi palazzinari, costruzione senza ulteriore consumo di suolo di edilizia residenziale pubblica per lavoratori e lavoratrici, un tetto agli affitti privati e alle piattaforme di affitto brevi".

Nell’ambito della stessa vicenda del 2016 si erano creati momenti di tensione e scontri, quando c’era stato il blitz della polizia nella palazzina occupata di via Irnerio, anche con dei feriti. I manifestanti si erano rifugiati nella chiesa all’angolo con via Mascarella, chiedendo aiuto a Monsignor Zuppi. Per gli scontri durante lo sgombero, c’era stato un processo con quattro condanne a 8 mesi in primo grado.