Ventun’anni sono lunghi. E se spesi tra gli uffici al terzo piano della Questura e le piazze calde della città, tra un’indagine e una manifestazione, tra un corteo e una protesta, regalano uno sguardo netto su Bologna e le sue dinamiche. Antonio Marotta a questo patrimonio ha aggiunto del suo. E lo ha tradotto in una gestione della Digos oculata e lungimirante. Ma ora è il momento degli arrivederci. Perché da settembre, Marotta lascerà Bologna per andare a guidare la Digos di Milano. Al suo posto arriverà, dalla Digos di Trieste, Rita Fabbretti.
Un incarico di rilievo quello per cui è stato scelto Marotta, "che sicuramente rappresenta un passaggio per ulteriori e sempre più prestigiosi successi", come ha spiegato il questore Antonio Sbordone. Un riconoscimento di anni di lavoro in prima linea iniziati, sotto le Torri, con le indagini sull’omicidio di Marco Biagi. Marotta arrivò in città nel 2003 proprio per seguire quel delitto, avvenuto l’anno prima, ultimo atto della stagione di sangue delle Br. Negli anni a capo della sezione Antiterrorismo, ha sviluppato poi indagini complesse su terrorismo internazionale e cellule di matrice islamica; e sulla ricca e variegata galassia anarchica e antagonista locale. Il 2 agosto del 2021 Marotta è diventato dirigente della Digos. Una data simbolica per Bologna e anche per il dirigente della polizia, che per anni si è occupato delle nuove inchieste relative alla strage alla stazione.
Marotta è stato in prima linea, nel vero senso della parola. Anche nelle giornate più dure di tensione, ha cercato sempre di mediare per evitare di arrivare allo scontro tra antagonisti e forze dell’ordine. E per questo, più volte è stato aggredito dalle frange più violente. L’ultima volta lo scorso anno in via di Corticella, finito in ospedale dopo essere stato colpito da un giovanissimo antagonista. "Il dottor Marotta – ha detto il questore – rappresenta un esempio mirabile di funzionario di polizia. È capace, professionale, attento ed equilibrato. È pronto all’ascolto e ha una straordinaria attitudine a leggere i fenomeni sociali, le loro possibili criticità e anche le loro possibili derive violente. L’amministrazione della polizia di Stato gli è grata, ma sono sicuro che tutta la città e la provincia hanno sempre avuto e hanno sentimenti di grande apprezzamento e stima per lui".