La ‘Pesca miracolosa’ con Zuppi. Il quadro donato alla Caritas

Il pittore Marco Quarantini dona alla Caritas di Bologna il dipinto "Pesca miracolosa", ispirato al Vangelo di Luca e all'accoglienza dei migranti. Il quadro simboleggia la necessità di passare dalla paura all'incontro e di fare di più per i più deboli.

La ‘Pesca miracolosa’ con Zuppi. Il quadro donato alla Caritas

La ‘Pesca miracolosa’ con Zuppi. Il quadro donato alla Caritas

"Pesca miracolosa" è il titolo del dipinto che il pittore Marco Quarantini ha donato alla Caritas di Bologna. Ieri in curia è stato tolto il velo alla tela: da una parte è rappresentato il famoso brano del vangelo di Luca in cui Gesù dice a Simon Pietro di prendere il largo e gettare le reti dopo una nottata in cui non avevano preso nulla, dall’altra c’è Bologna con la Basilica della Beata Vergine di San Luca e l’arcivescovo Matteo Zuppi che tiene in braccio il figlio di un migrante che è stato appena salvato dall’annegamento in mare. "Dobbiamo passare dalla paura all’incontro – ha spiegato il cardinale – perché dei migranti abbiamo bisogno. Cerchiamo di fare tutti la nostra parte cercando di garantire l’accoglienza, l’incontro e la formazione. Il vedermi nel quadro mi ricorda che faccio sempre troppo poco rispetto a quello che va fatto".

Per l’accoglienza e l’integrazione la Caritas sta facendo tanto, mettendosi dalla parte dei più deboli, ma non è semplice anche perché manca la collaborazione dei Paesi di provenienza. Nel dipinto è raffigurato anche Carlo Dragutin, una persona senza fissa dimora e apolide che lo scorso ottobre è deceduto a causa di una puntura di vespa mentre svolgeva una attività promossa dalla stessa Caritas. Per un’ironia tragica della sorte, proprio quel giorno gli era stata riconosciuta la cittadinanza italiana. "Vederlo quando vado in ufficio – a parlare è il direttore della Caritas diocesana don Matteo Prosperini – mi ricorderà sempre da che parte stare. Tante sono le fragilità e i migranti salvati in questo quadro sono un monito per non dimenticare che in mare spesso si muore. Ci fa comodo far finta di non saperlo, ma la realtà è questa".

Massimo Selleri