Si intitola ‘Sono cavoli miei’ perché il fatto che ogni anno in Italia si ammalino di cancro circa 1.500 bambini e 700 adolescenti dovrebbe interessare tutti. È la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi di Ageop Ricerca, che ha organizzato cene e pranzi speciali a base di cavolo e la vendita di semi e piantine in gazebo solidali. "Sono cavoli miei come genitore, come cittadina, come direttrice di Ageop - dice Francesca Testoni - Sono ‘cavoli’ di tutte le persone che hanno a cuore la vita dei bambini malati di tumore".
Ageop, infatti, si impegna perché la vita dei giovani pazienti non resti sospesa, garantisce loro l’accesso alle migliori cure possibili in un centro, come il policlinico di Sant’Orsola, dove sono operativi il pronto soccorso pediatrico, la rianimazione e la radioterapia pediatrica. La raccolta fondi è destinata a sostenere il progetto di ricerca medico scientifica sul microbiota intestinale, "capace di dare nuove risposte terapeutiche per i tumori infantili senza la tossicità dei farmaci attuali", spiega Riccardo Masetti, pediatra oncoematologo. Tantissimi gli appuntamenti, i laboratori e le feste, tra cui il pranzo del 29 settembre, organizzato dall’associazione bosniaca della Valsamoggia, Nema Problema, e la ‘Cena del cavolo’, il 30 ottobre alla Cantina Bentivoglio con la Doctor Dixie Jazz Band e il reading di poesia di Guido Catalano.
Menu, naturalmente, a base di cavolo, che è un alimento salutare utile alla prevenzione con cui lo chef Giorgione, testimonial della campagna, creerà ricette e le pubblicherà sui social.
"Aderire alle campagna Ageop è sempre stato un grande piacere ma anche un dovere", sostiene il direttore di Confcommercio Ascom Bologna, Giancarlo Tonelli. "Grazie anche al sostegno di Ageop - afferma la direttrice generale dell’Irccs Sant’Orsola, Chiara Gibertoni - riusciamo ad essere attrattivi nel reclutamento di ricercatori. Spero che tanti aderiscano a questa campagna". A sottolineare l’importanza dell’iniziativa è anche Luca Rizzo Nervo, assessore alla Salute: "I percorsi di cura non sono momenti di sospensione, ma un percorso di vita nella complessità della diagnosi e della terapia". Si può sostenere la campagna al link ageop.org/sonocavolimiei/
Amalia Apicella